Discussione: Fola bibliotopica 01
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Vecchio 26-02-2006, 13.22.31   #2
BiblioTopo
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Predefinito Tunin & i Mazariolis

C'era una volta un giovane di buon cuore e buon animo di nome Tunin. Pur essendo gentile ed agnellinesco, tutti lo evitavano assai e sovente lo deridevano, perchè teneva sulla schiena una grossa gobba imbruttente e piegante il suo desiderio di drittura. Egli soffriva molto interiormente per codesto isolamento sociale ed esclusione ed intristiva di dì in dì.

Una sera, di ritorno dal mercato, la notte lo colse ancora nel bosco. Temendo di perdersi decise di pernottare protetto da una grossa quercia e, arrampicatosi e appollaiatosi su di un grosso ramo, si mise per dormire.

Fu proprio mentre stava per cadere al sonno che udì una melodia soave e dolce. Fece attenzione ed ascoltò... la musica era monotona e assai piacevole e accompagnava un canto strano che ripeteva le parole:
Sabato e Domenica
Sabato e Domenica

Siccome c'era pausa dopo ogni strofa egli ne attese una e al tempo giusto cantò con bella voce:
e Lunedì.

A quel dire dalla quercia uscirono i Mazariolis di Bosco che ivi abitavano. I Mazariolis sono degli ometti alti come un topo e tutti di rosso vestiti. Vivono nella quercie e quella che Tunin aveva sentito era la loro canzone. D'un lampo Tunin si ritrovò nel loro mondo, dentro la quercia e fu accolto festosamente dal popolo tutto dei Mazariolis e delle Lis Aganis (ninfe di bosco... n.d.BT). Dopo un po' tutti i piccoli abitanti della quercia si misero a girotondare Tunin e cantarono:
Tunin Tunin
tu sei bello poverin
quella gobba, quel gonfiore
non ti darà più dolore
guarda in basso poverin
è caduta, Tunin

Tunin vide che la gobba era davvero caduta e voleva rigraziare tutti i suoi piccoli amici, ma fu preso da sonno potente e dormì. Si svegliò a mattina sul ramo e la gobba era davvero sparita.
Allora corse felice e giocondo al paese e raccontò a tutti quel che gli era successo e tutti lo accolsero amorevolmente e lo accettarono.

La storia di Tunin fece il giro dei paesi vicini e un giorno giunse all'orecchio di un altro gobbo, che si chiamava Meni. Quando sentì di Tunin pensò che quanto aveva otenuto lui poteva ottenere anch'egli, così si recò da Tunin per chiedergli come aveva fatto. Tunin era di buon cuore e gli raccontò tutto e quella sera stessa Meni si recò alla quercia indicata da Tunin.

Appena sorse la Luna anche Meni sentì la dolce melodia, il cui testo era però cambiato inglobando le parole di Tunin:
Sabato e Domanica e Lunedì
Sabato e Domanica e Lunedì

Meni non ci pensò due volte e aggiunse:
e Martedì.

Dopo un attimo di silenzio Meni udì che i folletti cercavano di cantare la canzone con la sua aggiunta, ma il suono che usciva era stridente e brutto. Apparvero i Mazariolis tutti adirati e portarono Meni nel loro mondo dentro la quercia.
"chi ha sciupato la nostra canzone?" urlavano e strepitavano.
Poi presero a girotondare anche a Meni:
Meni matto Meno matto
che gran guaio che ci hai fatto
quella musica nostro diletto
hai cantato come un rospetto
per la cattiveria che hai fatto
ecco due gobbe per Meni il matto

Così i folletti presero la gobba che era caduta a Tunin a la attaccarono al petto di Meni e poi lo cacciarono dal loro mondo. Quando Meni si svegliò ai piedi della quercia era quasi morto e aveva due gobbe, una davanti e una dietro.
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