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Vecchio 07-04-2010, 16.24.26   #109
nikelise
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Leggendo solo il titolo qualcuno penserà che un'ovvietà più banale non potevo scriverla.
Ma è tanto ovvia la cosa?
Razionalmente lo sappiamo tutti praticamente dai primi anni di vita, a tutti capita nei primi 10 anni di vita, in qualche modo, di vedere all'opera la grande mietitrice. Ma tra saperlo con la ragione e poi vivere con l'intima comprensione c'è una bella differenza.
Chi arriva per caso a prenderne piena coscienza cade in depressione, altri (una buona parte della massa) spesso prima di scendere fino in fondo nel baratro trovano un'ancora di salvezza in qualche teoria che rende tutti immortali senza coscienza.
In linea di massima, tranne poche eccezioni (statisticamente intendo) questi due sono gli opposti, con ovviamente molte sfumature in mezzo.

Poi ci sono le eccezioni statistiche, quelli che paragonerei all'alcolizzato che si è accorto di avere un problema e di aver iniziato a volerlo risolvere.
Quando si riesce a prendere piena coscienza che dovremmo morire, che non siamo eterni, ma il tutto senza cadere in depressione (a proposito tutte le depressioni derivano originariamente dall'arrivare a percepire la morte senza prenderne coscienza) iniziamo ad essere pronti per fare qualcosa.
La piena ed assoluta coscienza della morte è sancita dal raggiungimento della non paura verso di essa. Quando non avremo più paura della morte, pur essendone consapevoli (solo non pensarci non significa nulla), sapremo che c'è, che è inevitabile, naturale etc... allora potremmo iniziare a pensare ad altro, anche a se c'è un oltre.
Farlo prima è solo un modo per allontanare la morte, per non pensarci e così di fatto l'avviciniamo, sia non vivendo, che sopravvivendo a periodi depressivi di intensità variabile a seconda delle singole costituzioni. Anche il più, apparentemente, felice di questo mondo, se non ha preso piena coscienza della morte ne conserverà da qualche parte una paura e quindi avrà in se una depressione quanto meno embrionale. Depressione che all'occasione giusta potrà manifestarsi.
Ora sto razionalizzando il tutto per l'esposizione, ma se le parole sono un buon punto di partenza, la piena coscienza dell'incappucciata è affar intimo, interiore e diverso in base alle esperienze e alle costituzioni individuali anche se i passaggi principali, quelli sopra descritti, sono comuni a tutti.
Mi ha toccato da vicino , un cugino 5 0 6 anni piu' di me , uno di quei cugini che non vedevo da anni ma che da ragazzo mi ha iniziato a tante cose ,a quelle cose che tra uomini legano e non si possono scordare .
Che dura , non mi sembra vero anche se non lo vedevo da anni .... che peccato non aver fatto piu' cose insieme ma eravamo lontani .
Che colpo . CIAO CUGINO MIO .

Venendo al 3D mi domandavo se conscete il '' libro tibetano dei morti'' anche chiamato BARDO THODOL .
E' un libro che e' stato scritto per il defunto in quel periodo di tempo di 49 giorni che e' il transito dalla morte alla rinascita .
Per il defunto nel senso che dovrebbe aiutarlo in questo periodo di transito .
Nella nostra cultura cattolica qualcosa che si avvicina e' la messa in onore dei defunti .
Il BARDO THODOL descrive un'iniziazione alla rovescia partendo dal presupposto che il momento di illuminazione tutti noi lo abbiamo al momento della morte .
Dunque si passa dall'illuminazione alla caduta nuovamente nella vita attraverso 3 fasi come dicevo di iniziazione inversa .
Dall'illuminazione prima fase , al rivivere le illusioni carmiche cioe' tutte le paure gia' vissute in vita e da affrontare e vincere di nuovo in una sorta di ricapitolazione seconda fase , al cedimento alle lusinghe dei sensi attraverso la visione di una coppia che fa l'amore e attraverso questa coppia alla rinascita .

La morte dunque come massima elevazione per tutti gli uomini e da li' l'oblio e la caduta fino alla nuova nascita dove si sperimenta l'immersione nel turbinio del mondo ( Uno aveva detto in un post che con la nascita si sperimenta il male assoluto o la caduta assoluta ) .

Non so se questa visione delle cose aiuta ad accettare la morte ma in qualcosa potrebbe aiutare se non fosse che tutt'intorno la morte e' vissuta come un lutto irrimediabile e senza possibilita' di darle un senso ,specie se si tratta di una morte prematura secondo i comuni
modi di intendere .
E questo contagia e annienta cosi' come annienta , almeno me , affrontare i parenti piu' vicini sorella , moglie ecc.

Ho voluto ricordarti cugino mio e salutarti CON QUESTI AMICI CHE LEGGONO . CIAO .
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