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Vecchio 05-05-2007, 15.42.10   #2
Shanti
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Con l’arrivo del buddhismo, la storia del re con la corda celeste era cambiata completamente, come il mito dell’origine degli uomini.

Al principio dei tempi una grande scimmia maschio decise di convertirsi grazie agli insegnamenti di un bodhisattva, Avalokiteshvara, il quale lo mandò sulle nevi del Tibet perché più si è vicino al cielo meglio ci si concentra. Mentre la scimmia meditava sulla compassione passò di lì un’orchessa che si innamorò perdutamente di lui e si trasformò in una donna. Vincolata dal voto di castità la scimmia rifiutò le sue profferte, ma l’orchessa lo supplicò in modo così persuasivo che lui le permise di dormire al suo fianco. Per lei questo non era sufficiente e, visto che la scimmia resisteva, minacciò di mettere al mondo dei mostri che avrebbero divorato la razza umana. Non sapendo più che fare la scimmia volò da Avalokiteshvara che gli ordinò di sposare l’orchessa per compassione.
Nacquero sei scimmiette che la madre, fedele alla sua natura di orchessa voleva subito divorare. La scimmia-padre le salvò portandole nella foresta. Tre anni dopo le sei scimmie si erano moltiplicate: erano cinquecento e morivano di fame. La povera scimmia-padre si rivolse ancora al suo maestro, che si arrampicò su una montagna sacra da cui trasse cinque diverse specie di grano che poi seminò. La scimmia vi condusse i cinquecento piccoli che, mangiando il grano, persero a poco a poco il pelo e la coda e divennero i primi abitanti del Tibet.

Per convertire il Tibet al buddhismo Avalokiteshvara si era trasferito sul monte Potala e aveva lasciato sfuggire un raggio di luce, che si era trasformato in scimmia: della corda celeste è rimasto solo il raggio di luce, ecco come si è mescolato il tutto.
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