Citazione:
Originalmente inviato da nikelise
Mi basta questa frase per dissentire .
Dissento che chi se ne frega vive davvero e vive se stesso : vive una reazione di rigetto che e' in se stesso e strettamente legata al condizionamento che ha .
C'e' tutta una parte del lavoro che manca col '' fregarsene'' che sta nell'accettazione e nel confronto con l'altro che poi e' l'altro in noi stessi.
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Vista dal punto di vista in cui lo guardi anche io dissentirei, ma sto esponendo un modo completamente diverso.
Diciamo, anche se non è correttissimo, che possono esserci due aspetti del fregarsene. Il primo è quello che esponi tu, e anche Luke, con una contestazione adolescenziale che altro non fa che mostrare il condizionamento e non altro. Questo è vero, ma quando si attua questo meccanismo non c'è nessunissimo attrito, c'è anzi una enorme dispersione energetica. Niente fuoco, solo rabbia espressa come tale.
Io, e non solo io, invece parlo di altro che genera energia e tensione positiva (anche se non è corretto per niente).
E' un aspetto molto più profondo, che deriva ed è figlio di una osservazione e di tutto quel lavoro che dici deve esserci.
Cioè ammetto, passo fondamentale per accettare, di essere dipendente e non potendo illudermi di risolvere solo così inizio a creare un contromeccanismo per cui faccio ciò che mi piacerebbe davvero. Devo indagare cosa voglio davvero... e farlo, e poi che si pensi di me quello pare: chissenefrega! Solo che mi farà un male boia che si pensi male di me, perchè dipendo da questo aspetto. A quello dovrò resistere e riuscire ad osservare cosa genera, che sentimenti, che emozioni, che pensieri e Lavorare, Lavorare per restare ferma in ciò che io voglio e non i miei piccoli io. . E' un sacrificio. E' assolutamente Attivo.
Ecco, forse questo fa capire meglio la differenza sostanziale, il fregarsene che intendi tu è del tutto passivo e quindi una contestazione che asserve un bisogno meccanicistico. Quello che intendo/iamo è attivo, viene generato allo scopo di riuscire a fare realemtne ciò che si vuole ed è quindi una via per vivere davvero e non essere vissuti.
Quindi per capirci credo proprio che distinguere i due aspetti tra attivo e passivo sia chiarificatore.
Quote:
Ma se si vuole partire dal fregarsene per , intanto , uscire da situazioni di assoggettamento psicologico potrebbe forse andare ma questo e' un altro discorso ,e' un rompere vecchi schemi per formarne di nuovi .
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Esattamente ma sempre in forma
attiva. In forma passiva lo schema è sempre lo stesso assumendo solo forme diverse. In maniera attiva invece, si taglia la questione anche se non si è ancora risolta, si iniza a farlo evitando di dover far scappare.. l'attenzione su altro
Quote:
Vedi le contestazioni degli adolescenti che oggi arrivano ben piu' avanti nell'eta' , non sono mica manifestazioni di indipendenza anzi .
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Infatti, stiamo parlando di atteggiamenti adulti. Non si può farlo se non si è un pò almeno adulti, ci si ribella al soffrire e al sacrificio da adolescenti..
Comunque vorrei aggiungere che è stressante... per cui ci vuole cautela. Se va bene, se non va pazienza, sarà per la prossima.