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Vecchio 25-03-2011, 12.32.10   #76
Sole
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Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Mi basta questa frase per dissentire .
Dissento che chi se ne frega vive davvero e vive se stesso : vive una reazione di rigetto che e' in se stesso e strettamente legata al condizionamento che ha .
C'e' tutta una parte del lavoro che manca col '' fregarsene'' che sta nell'accettazione e nel confronto con l'altro che poi e' l'altro in noi stessi.

Vista dal punto di vista in cui lo guardi anche io dissentirei, ma sto esponendo un modo completamente diverso.
Diciamo, anche se non è correttissimo, che possono esserci due aspetti del fregarsene. Il primo è quello che esponi tu, e anche Luke, con una contestazione adolescenziale che altro non fa che mostrare il condizionamento e non altro. Questo è vero, ma quando si attua questo meccanismo non c'è nessunissimo attrito, c'è anzi una enorme dispersione energetica. Niente fuoco, solo rabbia espressa come tale.
Io, e non solo io, invece parlo di altro che genera energia e tensione positiva (anche se non è corretto per niente).
E' un aspetto molto più profondo, che deriva ed è figlio di una osservazione e di tutto quel lavoro che dici deve esserci.
Cioè ammetto, passo fondamentale per accettare, di essere dipendente e non potendo illudermi di risolvere solo così inizio a creare un contromeccanismo per cui faccio ciò che mi piacerebbe davvero. Devo indagare cosa voglio davvero... e farlo, e poi che si pensi di me quello pare: chissenefrega! Solo che mi farà un male boia che si pensi male di me, perchè dipendo da questo aspetto. A quello dovrò resistere e riuscire ad osservare cosa genera, che sentimenti, che emozioni, che pensieri e Lavorare, Lavorare per restare ferma in ciò che io voglio e non i miei piccoli io. . E' un sacrificio. E' assolutamente Attivo.

Ecco, forse questo fa capire meglio la differenza sostanziale, il fregarsene che intendi tu è del tutto passivo e quindi una contestazione che asserve un bisogno meccanicistico. Quello che intendo/iamo è attivo, viene generato allo scopo di riuscire a fare realemtne ciò che si vuole ed è quindi una via per vivere davvero e non essere vissuti.
Quindi per capirci credo proprio che distinguere i due aspetti tra attivo e passivo sia chiarificatore.
Quote:

Ma se si vuole partire dal fregarsene per , intanto , uscire da situazioni di assoggettamento psicologico potrebbe forse andare ma questo e' un altro discorso ,e' un rompere vecchi schemi per formarne di nuovi .
Esattamente ma sempre in forma attiva. In forma passiva lo schema è sempre lo stesso assumendo solo forme diverse. In maniera attiva invece, si taglia la questione anche se non si è ancora risolta, si iniza a farlo evitando di dover far scappare.. l'attenzione su altro
Quote:

Vedi le contestazioni degli adolescenti che oggi arrivano ben piu' avanti nell'eta' , non sono mica manifestazioni di indipendenza anzi .
Infatti, stiamo parlando di atteggiamenti adulti. Non si può farlo se non si è un pò almeno adulti, ci si ribella al soffrire e al sacrificio da adolescenti..


Comunque vorrei aggiungere che è stressante... per cui ci vuole cautela. Se va bene, se non va pazienza, sarà per la prossima.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?

Ultima modifica di Sole : 25-03-2011 alle ore 12.39.04.
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