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Vecchio 10-08-2006, 00.32.55   #16
jezebelius
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Originalmente inviato da Ray
Il discorso sugli archetipi lo iniziamo appena ho un attimo di tranquillità... o se vuole qualcun altro...

Concordo pienamente che è spesso difficile fare da soli, soprattutto in certi momenti. Se un meccanismo è inconscio, appunto non ce ne accorgiamo. Tuttalpiù sentiamo che qualcosa non va... che non "ci appartiene"... e allora iniziamo un'indagine. A questo punto qualche "specchio" può essere utile.

Da un certo punto di vista nessun tratto della personalità ci "appartiene", o meglio appartiene al nostro vero essere. Egli può manifestarsi con qualsiasi personalità, sussiste ad un piano superiore.
E' anche vero però che questo Essere ha delle tendenze... che "preferisce" manifestarsi in un modo piuttosto che un altro. Possiamo chiamare parte di queste tendenze "influssi planetari".

A questo punto diviene facile capire come certe manifestazioni della personalità le ri-conosciamo... le sentiamo "nostre"... e certe altre invece le sentiamo "altrui".

In ogni caso potremmo dire che il nostro vero essere è nudo e che le varie personalità, "nostre" o "altrui", sono i vestiti... ci stanno più o meno bene, più o meno comodi... ci proteggono dal freddo e ci permettono di stare con gli altri.
Ma se vogliamo iniziare a dirigerci verso il nostro vero essere dobbiamo spogliarci... togliere... o, se ci piace di più un'altra metafora, s-cipollarsi, s-carciofarsi fino al cuore del carciofo...
Non so se possa essere definito consono al discorso ma mi pare che il
" gesto " del signore ( che ha rifiutato gli averi materiali lasciati dalla madre ) possa in maniera spicciola essere interpretato come il riflesso di un percorso che il " figlio " stesso aveva iniziato con l'abbandonare la madre e dunque il luogo ove aveva vissuto tempo addietro.
Il rifiuto della somma, a mio parere nasconde la frenesia di " togliere " o " abbandonare " un pezzo riconosciuto come non suo o semplicemente come mancanza di accettazione di un " lato " che si è scoperto all'interno di se.
Il contenuto che il su detto ha ri-conosciuto nella somma lasciata dalla madre presenta probabilmente quegli indizi che in un eventuale percorso possono essere ri-scoperti per approdare da qualche parte.
Mi verrebbe da pensare quindi sicuramente all'atteggiamento in chiave di rifiuto ma ancora più profondamemente, al segnale che ha voluto introdurre in tale gesto, nel ribadire per l'ennesima volta di non volere avere nulla a che fare con la madre; dunque un segnale inequivocabile di rottura interna che trova, nel rigettare qualsiasi collegamento con la famiglia, il suo apice anche di fronte ad una cifra che agli occhi degli altri assume altro significato.
Fondamentalmente a sto punto, come detto da altri posso pensare che in questo caso ci si vuole disfare non soltanto della materialità che 2.5 milioni di € possono rappresentare ma anche , e soprattutto, di ciò che questi rappresentano.
Quindi l'eredità economica si presenta come " mezzo " del rifiuto.
Il rifiuto però secondo me non si presenta solo in tale veste.
Ad esempio ci si può accorgere di un lato ( inconscio fino a poco prima della scoperta attraverso uno " specchio " ) che si possiede in quanto caratteristica peculiare nei propri parenti e nello specifico dei propri genitori; caratteristica che si pone in conflitto con l'idea che ognuno possiede di se...suppongo
Potrebbe essere anche questo il caso, non soffermandocci ovviamente solo su tale caso? Che ne dite?

PS benvenuto ad Astral e Sitael
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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