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Vecchio 04-03-2009, 17.09.44   #10
Uno
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
'spè stai dicendo che se "decidiamo" di essere buoni in realtà abbiamo scelto di non essere cattivi ma che non "siamo" buoni?

E questo nel caso della società ci porterebbe a dire che ci comportiamo bene perchè non vogliamo comportarci male, non vogliamo essere puniti, ma che in realtà non sempre è assimliato il concetto di comportarsi in modo giusto?
E' esatto, anche il sistema delle multe e punitivo in generale procede su questo binario. La società per prima non è in grado di dare una direzione giusta, quindi cerca di farci evitare quelle sbagliate.
A livello individuale ragionare su questo ci fa pensare quanto poco buoni siamo.... al massimo ci limitiamo (cosa che sarebbe già bene se lo facessero tutti) a non fare ciò che conosciamo come più male. Questo però porta al fatto che magari rubare una matita per qualcuno potrebbe essere ancora comportarsi bene perchè in realtà non ha ucciso, quindi ha evitato ciò che considera più male.
Oppure come quando mettono in carcere i pedofili o i violentatori e gente che magari è dentro per omicidio gli fa passare le pene dell'inferno

Questo spiega anche uno dei motti dei cavalieri: scegli sempre il male minore.

Citazione:
Originalmente inviato da jezebelius Visualizza messaggio
Beh, non sono sicuro di aver capito. Provo a riepilogare perché devo ordinare qualcosa.
Ebbene, si è detto che, come si presenta, visibile, la punta dell'iceberg, così la scelta è la parte che si vede. Cioè se io ho deciso di andare in una direzione quella è una minima parte della scelta, poiché devo guardare a tutto ciò che ho rifiutato.

Ora, se oltre alla scelta devo anche essere conscio del rifiutato - dunque per esempio ho rifiutato di andare a destra o sinistra o tornare indietro - ed ho scelto altro - di andare avanti - questo altro rappresenta il " visibile" mentre tutto il resto il non visibile, cioè quello che ho scartato?
Se è così non riesco a spiegarmi il " pesante". O meglio ci provo...
Secondo me, se è vero, come è vero, che ho preso una direzione e dunque il " resto" non l'ho scelto ma l'ho rifiutato - come se tutto il rifiutato abbia in un certo senso determinato la scelta che poi ho preso - tutto ciò che è " contenuto" nel concetto di "rifiutato" ha in se la potenza. Cioè avrebbe potuto essere in un modo altro, rispetto a ciò che ho scelto e che è divenuto visibile, e non lo è stato.
La scelta a questo punto non è determinata, a quanto mi pare di aver capito, solo da quel che vedo ma anche da ciò che non vedo.
Orbene, in quale caso può dirsi di aver fatto una scelta con coscienza almeno; devo tener presente ciò che ho scelto ma anche ciò che ho rifiutato?
E come faccio a farlo se penso che il rifiutato ha in se le infinite possibilità di cui sopra?
Potrei cercare di ordinare l'ingarbugliamento, ma sarebbe meglio se lo facessi da solo.


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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Essere è ciò che si sceglie ma anche quello che non si sceglie.

Io la intepreto anche così: Posso essere una cosa anche se non la manifestoe scelgo di manifestare altro, fatto in modo consapevole.

Ma in sostanza con questo post che ci hai manifestato?
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