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Vecchio 04-03-2009, 19.19.31   #12
jezebelius
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Originalmente inviato da jezebelius Visualizza messaggio
Ebbene, si è detto che, come si presenta, visibile, la punta dell'iceberg, così la scelta è la parte che si vede. Cioè se io ho deciso di andare in una direzione quella è una minima parte della scelta, poiché devo guardare a tutto ciò che ho rifiutato.

Ora, se oltre alla scelta devo anche essere conscio del rifiutato - dunque per esempio ho rifiutato di andare a destra o sinistra o tornare indietro - ed ho scelto altro - di andare avanti - questo altro rappresenta il " visibile" mentre tutto il resto il non visibile, cioè quello che ho scartato?
Se è così non riesco a spiegarmi il " pesante". O meglio ci provo...
Secondo me, se è vero, come è vero, che ho preso una direzione e dunque il " resto" non l'ho scelto ma l'ho rifiutato - come se tutto il rifiutato abbia in un certo senso determinato la scelta che poi ho preso - tutto ciò che è " contenuto" nel concetto di "rifiutato" ha in se la potenza. Cioè avrebbe potuto essere in un modo altro, rispetto a ciò che ho scelto e che è divenuto visibile, e non lo è stato.
La scelta a questo punto non è determinata, a quanto mi pare di aver capito, solo da quel che vedo ma anche da ciò che non vedo.
Orbene, in quale caso può dirsi di aver fatto una scelta con coscienza almeno; devo tener presente ciò che ho scelto ma anche ciò che ho rifiutato?
E come faccio a farlo se penso che il rifiutato ha in se le infinite possibilità di cui sopra?
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio


Potrei cercare di ordinare l'ingarbugliamento, ma sarebbe meglio se lo facessi da solo.
Intendevo dire che la scelta, cioè quello che decidiamo di fare, la scelta di X ad esempio, è ciò che si vede, mentre tutto ciò che viene necessariamente escluso da X è il rifiutato, Y. Cioè per essere in un modo ho escluso di essere in altro.
Dunque se decido per X, avrò escluso tutto ciò che si trova in Y, anche se in potenza avrei potuto manifestare qualsiasi cosa!

Il primo, dunque X, è visibile in quanto " scelta" - l'esempio che facevo è che sono su una strada e decido di proseguire, andando dritto più che svoltare in altra direzione.
Il secondo, Y , esiste ma in potenza - tornando all'esempio proprio perché decido di andare dritto, rifiuto la possibilità di andare a destra o sinistra o tornare indietro.
In questo senso, allora, la spinta a scegliere di andare dritto, dicevo, è determinata probabilmente dal non aver scelto le altre. Come se queste a mo di spinta avessero "formato" il visibile della scelta, ossia X.

Ora se percorro la scelta X sono in un modo e non sono tutto quello che sarei potuto essere se, invece, avessi percorso, scelto, una di quelle possibilità che sono in Y.
Da qui le domande, posto che sia ora riuscito ad uscirne, di come debba circoscrivere una scelta cosciente, cioè, come diceva Sole, devo allargare il mio punto di vista e cercare di espandere il ventaglio di scelte?
La trovo complicata sta cosa...
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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