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Vecchio 14-11-2008, 19.53.38   #17
Uno
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Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Il cognome riporta dunque alle caratteristiche e alla considerazione degli avi nell'ambiente sociale mentre il nome alle loro caratteristiche piu' intime ?

E per la donna che non tiene il cognome paterno ma ne acquisisce uno nuovo si puo' dire che c'e' il dovere di aprirsi , di accogliere il nuovo che viene dalle caratteristiche dello sposo allo scopo di arricchire e modificare quelle d'origine?
Citazione:
Originalmente inviato da jezebelius Visualizza messaggio
Seguendo il ragionamento di Nike, nella domanda che ha posto precedentemente, si potrebbe dire che il nome attribuito ad un figlio dai genitori e che è quello del nonno appunto del figlio, " richiama" quelle caratteristiche le quali, inevitabilmente incidono " gia" su chi porta quel nome specifico?
In questo contesto allora si potrebbe dire che quelle caratteristiche contenute e trasmesse - un po estrema come cosa ma spero che passi quel che voglio dire - dal nome rivivono in chi quel nome lo porta ( di nuovo ) ?
Nel medesimo contesto la collimazione tra cognome e nome, riproposta nel figlio ha gia in se quelle caratteristiche per il passaggio del contenuto e dunque per l'attribuzione di capacità e/o facoltà ad ampio spettro ( comportamentali, intime, etc )?
In sostanza si "piglia" ciò che di buono o brutto, o entrambi, quel nome [ ora ] contiene ed ha acquisito?
In un certo senso si potrebbe dire che come nella chirologia (mano destra e sinistra) il cognome è il passato e il nome il futuro... con l'usanza di riprendere anche il nome dell'avo si cerca di rafforzare alcune caratteristiche che si vorrebbero tenere nella memoria genetica della famiglia, questo ovviamente posto che il passaggio di nome sia una cosa consapevole, cosa che oggi non è più.
Se ci fate caso c'è anche una gran moda della ricerca del nome strano o esotico/straniero, un'inconscio desiderio di spezzare le catene e le tradizioni della famiglia, senza sapere che così non si spezza nulla, si perde solo la forza.

La moglie che si sposa era si l'accoglimento e nuova linfa che però capita/capitava alla famiglia dell'uomo, cioè la possibilità che sotto lo stesso cognome si innestino nuovi ceppi genetici e di potenziali risorse.
Per questo una volta (ancor oggi in certi paesi) i matrimoni erano attentamente pianificati, il discorso economico è ciò che rimane oggi ma c'erano altri parametri in origine.
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