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Vecchio 10-10-2009, 23.37.54   #28
Ray
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
Trovo anch'io riduttivo relegare i costi all'alimentazione ma tant'è, di quello parlava il servizio che ha sentito capo Uno.
Detto questo sarà pur vero che si parlava di povertà in Italia e non in Borundi ma se allargassimo anche di solo poco i nostri orizzonti e riuscissimo a confrontarci relamente e senza patemi con quanto altri considerano vitale o meno ci renderemmo forse conto di quanta agiatezza ci circonda avendo un pò meno fregola di sperperare. Acquisendo un pò di responsabilità forse.
Vorrei chiarire una cosa. Quando dicevo che dobbiamo basarci su parametri italiani ho utilizzato il burundi solo come esempio e non volevo certo denigrarlo. Intendevo che se mi metto a vivere come uno normale in burundi qui sono povero.

La soglia di povertà non può essere esattamente quella di sopravvivenza, ma questo è un mio parere, si tratta di mettersi d'accordo coi termini. Per me si può essere poveri e ciò nonostante sopravvivere. Se così non fosse il povero non sopravvive. Poi certo, potete dirmi che con un pasto frugale al giorno sopravvivo, molti barboni (con tutto il rispetto per la categoria) probabilmete lo fanno, ma sono appunto poveri, direi parecchio sotto la soglia.
Credo che la soglia vada stabilita in base al paese in cui ci si trova e alle possibilità che offre ma anche a ciò che chiede. Se con lo stipendio che ho non riesco a mandare avanti le cose sono povero, se non ho possibilità di migliorare sono povero.

Il problema in Italia è il rapporto stipendio/costo della vita. Se lavoro full time e lo stipendio non mi permette di vivere pur stando attento, ma nonostante le attenzioni sono sempre a rischio di non farcela allora la struttura generale è a rischio.
Ma mi pare stiamo discutendo proprio per stabilire se ciò è vero, se i soldi bastano o meno, magari andando a dare un'occhiata a come vengono usati (sprechi, cellulari costosi e via discorrendo).

E' vero quanto dice Kael portando l'esempio del contadino da cui posso comprare a meno prezzo (e spesso meglio). Ingegnandosi un po' si può certamente spendere molto meno ma attenzione, devo avere le conoscenze o il tempo e la possibilità di farmele e poi comunque il tempo di mettere in atto strategie sicuramente convenienti ma più scomode di quelle usuali. Anche il tempo è ricchezza.

Tornando alla faccenda dei cellulari costosi, uno dei problemi di cui avevamo già parlato e comunque rilevati dalla caritas è l'indebitamento delle famiglie proprio per comprare oggetti che non servono. Questo deriva da una parte dal cattivo uso, dalla diseducazione se vogliamo, del denaro (e dallo scarso controllo dei propri istinti) ma c'è anche un fenomeno abbastanza nuovo che ormai si è insediato, voluto dalla (il)logica consumistica e perpetruato dalle agenzia di debito. E consiste semplicemente nel concedere i prestiti.
FIno a non molto anni fa, quando per dire passavo fuori da una vetrina e vedevo lo schermo strafigo stragrande stracostoso, dicevo bello ma sapevo di non potermelo permettere. Stessa cosa se vedevo la bmw per strada. Adesso non è così... se entro quel tv me lo danno a rate. Idem per l'auto e via così. Non c'è più la percezione di quello che ci si può permettere con quel che si guadagna, e questo va ad incidere anche sul carrello della spesa. Viviamo quel che non ci possiamo permettere come una rinuncia e questo è un vissuto molto pericoloso. Ma non siamo gli unici responsabili della cosa... pubblicità e sistema consumistico hanno raccontato un sacco di palle e abituato la gente a vivere in modo non adeguato alle sue possibilità e, se si vuole, non sano. E' vero: la gente dovrebbe svegliarsi ma è anche vero che se un problema, per dimensioni, ha rilevanza sociale, qualcosa andrebbe fatto anche da quella direzione. Che ne so, modificare i parametri di concessione dei piccoli prestiti ad esempio... che la gente si senta dire: no signore, questo oggetto non lo può comprare, costa troppo. Ma figurati se i vari negozioni farebbero una cosa del genere. Vorrei vedere se il credito dovessero fartelo loro (come il bottegaio sotto casa) invece della finanziaria di turno.
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