Discussione: Consapevolezza
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 17-11-2011, 10.58.03   #10
Uno
Amministratore
 
L'avatar di Uno
 
Data registrazione: 28-05-2004
Messaggi: 9,695
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Da quello che ho capito io lo Spirito si succhia via tutta la memoria dal corpo e se noi non abbiamo la copia ciao lui l'ha ma noi no, quindi via...correre a copiare tutto, tutto, tutto
Non si può dire che sia sbagliato dire così, ma può facilmente traviare semplificandolo troppo.
Normalmente siamo come dell'acqua che con la pioggia (nascita) scende sulla terra, poi viviamo (ruscelli, rigagnoli, canali, fiumi etc) più o meno per conto nostro o insieme ad altri. Scorriamo più velocemente o ci soffermiamo (dighe, laghi etc.. a volte anche stagni e li il viaggio finisce) e poi tornano al mare rievaporiamo etc....

Quindi non c'è distinzione dall'acqua del ruscello a quella del mare e a quella poi che evapora->nuvola etc... ma cambiano le forme.
Una goccia in un vetrino è una forma individuale rispetto alla stessa goccia nel mare (o nel fiume), ma alla fin fine è la stessa identica cosa se questa goccia non ha coscienza di se. Che sia sul vetrino o in mezzo all'Atlantico.
Pensiamo invece ad un sofisticato laboratorio chimico che prende proprio quella goccia X in mezzo a tutto il mare e ci trova dentro un tal microbo.
Quel microbo messo in un certo modo, in una certa quantità in realazione con eventuali altri microbi rende la goccia unica e quindi individuo anche se pur sempre una goccia come tutte le altre.
Quel microbo metaforico è la memoria, già definita in maniere più complete e migliori, ma che molto sinteticamente potremmo dire la somma delle percezioni delle esperienze di un'entità.
Per essere chiari, la percezione non è una cosa statica, ogni percezione cambia l'entità che percepisce. Rimanendo molto sul materiale possiamo dire che un pezzo di legno che prende una martellata percepisce questa con il "bozzo" che si forma sulla superficie e qui si potrebbe approfondire sulla profondità delle percezioni e quindi quanto modificano l'entità etc... ma sarà meglio farlo altrove.
Quindi anche la coscienza (cioè prendere o meno coscienza di una cosa) ci modifica anche se lei in per se è meramente meccanica. E' meno meccanico l'atto di "prendere" coscienza. Quello di cui si prende coscienza si trasforma in consapevolezza.

Alla fine potremmo riassumere e sintetizzare estremamente dicendo che la consapevolezza di un'entità è la somma di ciò che l'ha modificata (e la modifica, perchè un processo dura eoni e si interseca con altri anche se noi ne seguiamo solo 10 minuti) nel tempo ma di cui ha preso coscienza riuscendo a percepire.
Quando io raggiungo (termine che ci illustra come la consapevolezza pur essendo uno stato dell'essere è da "rincorrere" non essendo automaticamente a disposizione) la consapevolezza di uomo adulto, in questa ho tutto quello che mi ha cambiato da bambino, ragazzo etc...
Se dimentico come sono arrivato fin qui non sono consapevole del mio essere uomo, al massimo sono consapevole di ciò che sto facendo ora (sicuramente ben poco consapevole) cioè di quello che è il mio divenire temporalmente ultimo.

E' per questo che anche come società è importante conoscere le origini e la storia. Ce ne possiamo anche staccare, possiamo anche iniziare nuove strade che ci portano lontano, anzi in un certo senso si dovrebbe fare in ogni istante, ma non rinnegando ciò che eravamo e che di conseguenza determina ciò che siamo e che saremo. Questo se reale sarebbe un atto magico, cosa che molti si illudono di poter fare anche senza definirlo magico. In ogni caso anche l'atto magico sottostà a dei bilanci e delle regole, diverse dal comune ma pur sempre reali

Prendete un disegno immaginate l'evolversi dello stesso, quando è finito vediamo il disegno per l'insieme dei sui tratti, ma se noi ad ogni nuova linea, ad ogni nuova "colorata" cancellassimo quelle precedenti? Non vedremmo mai il disegno. Il disegno si completa con l'ultima linea ma senza le altre sarebbe solo una linea.
Uno non è connesso