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Vecchio 23-03-2009, 01.21.37   #8
filoumenanike
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Se mi posso permettere, consiglierei il corpo e lascerei perdere la faccenda delle immagini felici. Per due motivi: primo il corpo è oggettivo, mentre un giudizio di felicità può mutare (o potremmo scoprire non essere così solido), l'altro è che se fossimo capaci di restare abbastanza a lungo e abbastanza intensamente concentrati su un'immagine (anche felice), non avremmo problemi d'ansia o di riverbero del pensiero.

Per quanto può sembrare almeno inizialmente più difficoltoso, o più faticoso, o meno gratificante, concentrarsi sul corpo, imparare a farlo è di gran lunga più sicuro (ricordarsi che il corpo è realtà, l'immagine può diventare preda della mente che in quel momento mente). D'altra parte Filo, se ci hai provato, forse hai potuto osservare come la cosa delle immagini funzioni a tratti e neanche bene (se non in qualche eccezione) e come si rischi di "sporcare" con l'ansia anche quelle immagini. Mentre la cosa del movimento del piede, per esempio, è forse più banale, ma più tranquilla e sicura (insistendo si trova un sicuro appiglio e una sicura direzione).
per mia esperienza mi è capitato di concentrare la mente su immagini felici che per me sono dei punti fermi ai quali aggrapparmi con forza e non ricordo di averli mai offuscate con l'ansia, tuttavia devo riconoscere che concentrarsi sul corpo quando si è in preda ad un forte malessere è più facile, parlo anche di malessere fisico, ad esempio quando soffro di un forte malditesta, se attiro la mia attenzione su un'altra parte del corpo per un pò provo beneficio, se invece non ci riesco e mi ostino a pensare al dolore diventa come un riverbero, un ingrandirsi a dismisura tanto che mi è capitato di osservare il mio dolore dall'esterno, da fuori di me, non so spiegarmi bene ma mi sentivo catapultata fuori con lo spirito mentre il corpo soffriva priogioniero di se stesso
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