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Vecchio 06-04-2005, 10.30.22   #2
seleparina
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In quanto al dolore mi piacerebbe dire la mia, a conferma di quanto scritto da Odisseo a proposito delle reazioni psicologiche: molte volte, quando il fisico risente di postumi traumatici che provocano dolore fisico, quest'ultimo non sempre è frutto (soltanto) dei postumi traumatico-fisici, ma spesso le reazioni dolorose sono generate dalla nostra stessa mente come reazione-ricordo, ma in realtà quel dolore non è fisico e provocato da fattori esterni.
Faccio un esempio banale: se mi sono rotta un braccio, ipotizziamo a metà ulna, ogni qualvolta un oggetto e/o persona entrano in un raggio di azione prossimo a quel braccio, automaticamente il cervello si predispone per sentire il dolore nel caso in cui avvenga un contatto fisico. E lo sentiremo sul serio, anche se il contatto è lieve!
Questo per dire quanto sia importante riacquistare fiducia in quel braccio e convincersi che non è perennemente malato e soggetto più dell'altro braccio a chissà quale trauma, è solo il nostro cervello (parlo di guarigioni nella norma, è ovvio che ci sono dei casi particolari di guarigione malriuscita che aggravano la situazione piuttosto che risolverla) a generare la reazione perchè, naturalmente, permane nei nostri ricordi il trauma del dolore passato a causa della frattura. E' una difesa, in pratica.
Un altro errore è lasciare quel braccio inattivo optando per il braccio "sano" ogni qualvolta ci sia da svolgere qualche attività che necessita l'utilizzo di quel braccio. Così facendo lo stato dell'arto peggiorerà sempre di più e da lì aumenteranno le conseguenze postume rendendo naturale poi la considerazione che il braccio "non sia capace".
E' importante prendere coscienza di questa cosa per non adagiarsi sull'autocommiserazione spesso involontaria ma a noi stessi sconosciuta... i danni che può provocare l'autocommiserazione sono di gran lunga peggiori dei danni fisici, in quanto quest'ultima, se non riconosciuta, si annida fino a radicarsi e mandarla via sarà assai difficile.
Provare per credere!
Provate a chiedervi, quando sentite dolore nel punto incriminato, se quel dolore è genuino o solo generato. Un modo che io ho trovato efficace è quello di effettuare delle pressioni volontarie sulla parte per testarne "obiettivamente" la resistenza al dolore...le prime volte sembra che quel braccio si stia spezzando nuovamente, ma a lungo andare serve per dimenticarsi di esso e riprendersi la propria vita mettendo da parte un evento che visto dal di fuori (se riusciamo a vederlo così) non è poi così tragico come sembra
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