Discussione: Il valore delle cose
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Vecchio 14-01-2008, 16.10.10   #2
dafne
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Muble muble
E' un pò come avere da anni un orologio nel cassetto, non ce lo ricordiamo,non sappiamo praticamente di averlo ma se un amico o un pinco qualsiasi lo vuole ecco che all'improvviso ci sembra tanto importante da non potercene privare. Quindi finchè è nostro non ha alcun valore ma se ce lo chiedono, immediatamente (beh può capitare) pensiamo che deve avere un valore enorme. Ci stà come esempio?
Possiamo dire che il valore che diamo alle cose dipende in piccola parte dal suo valore reale e molto sia dal valore che gli danno gli altri sia il valore che gli diamo noi?
Stavo pensando al tuo esempio sull'amare, se ne ho avuto tanto fin da piccolo potrei, diciamo, darlo per scontato in un certo senso e non dargli il suo giusto valore? mentre se non ne ho avuto la fatica per conquistarlo mi ha insegnato a dargli un valore molto alto?
In buona sostanza se raggiungere un obiettivo o una cosa ci "costa" poco, lo virgoletto perchè non intendo solo un dispendio economico,daremo a questa stessa cosa un valore basso? Se Picasso mi regala un suo quadro io penserò a un amico dotato che mi ha regalato un quadro, se Pino mi regala un Picasso penso a quanto, appunto, gli sia costato quel quadro. Se mi hanno amato tanto da bambino e non ho mai sperimentato il dolore per non essere stato compreso e amato non riuscirò mai a capire perchè Tizio non riesca ad amarmi come dico io e non riuscirò a comprendere i suoi sforzi per venirmi incontro perchè per me sono, ehm, ovvi?
Faccio un esempio pratico, finchè non mi sono ritrovata a gestire la mia famiglia da sola il denaro per me ha sempre avuto un valore scarso,non che lo butto via ma a volte sono troppo generosa, sia conme che con gli altri. Ora, se da una parte va bene, perchè non bisogna essere condizionati dal dio denaro, dall'altra è stato un grosso guaio perchè dare quando non si può ha degli strascichi, come tutti sanno, lunghi e dolorosi. Il valore del denaro mi è ancora un pò distante (eh non sarò mai una formica...) ma vivendo sulla mia pelle il problema di non averne e quindi di doverlo conquistare ecco che ha assunto un valore maggiore. Ma come stabilire il punto d'equilibrio? Come se non vivendo non dico gli estremi ma almeno andandoci vicino? Questo sarebbe esplicativo su alcuni "eventi dolorosi" che capitano nella vita senza che ci sia una giustificazione plausibile?
Mi fermo prima di essere uscita troppo fuori rotta.
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