Discussione: La bestemmia
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Vecchio 21-02-2009, 03.12.51   #5
Ray
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Bestemmiare è oltraggiare il sacro. Sia quello degli altri che soprattutto il suo. Chi bestemmia ritiene sacro ciò che oltraggia, se non nell'io (si racconta che non è così), almeno sotto sotto.

Chi offende, insulta, oltraggia l'altro, lo fa con un suo pari, o che ritiene tale, chi oltraggia il sacro l'altro non gli basta più, vuole ledere il superiore. Perchè si sente "superiormente" leso. C'è un implicito riconosere il superiore potere, ma contemporaneamente gli si attribuiscono intenzioni inferiori (per proiezione le proprie).

E' quindi un oltraggiare la parte più alta di se, il Se se proprio vogliamo, aumentando di conseguenza la distanza, e con essa la tensione, tra questa parte e l'io, la parte conscia, con cui ci si identifica.
Ma siamo ancora nello psicologico... se l'argomento è in questa sezione si dovrebbe credo passare anche oltre.

Mi ricordo che discorrevamo, non so più dove ma a proprosito del rituale della messa, della necessità di benedire Dio. Noi ti lodiamo, ti benediciamo eccetera.
Ci si domandava che effetto poteva avere, oltre a che senso, dato che sarebbe lui a dover benedire noi, noi quaggiù che possiamo fare? Quindi perchè la necessità di dire bene di lui?

Dire bene è mandare "bene". E' trasmettere a lui il nostro bene, oltre che trasmettere il suo bene agli altri, se parlo bene di lui. Ne ricevo del bene per la parte di me che è a lui affine.
Dire male, per conseguenza, potrebbe sortire l'effetto opposto, ed ecco che l'intenzione di ledere (quella parte di se) ottiene l'effetto desiderato (ma non realmente voluto, piuttosto temuto).

A occhio direi che c'è molto altro ma per adesso ne cavo poco... argomento più complesso di quel che mi poteva sembrare.
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