Citazione:
Originalmente inviato da Ray
La mano destra sulla testa è un antico (e moderno) segno di imposizione. Cioè una specie di iniziazione. Si in-pone un nome, un ruolo, un rango, un'influenza spirituale e non. Colui che viene im-posto china il capo, in segno di sottomissione ad un Ordine, atteggiamento che lascie en(in)trare l'influenza.
Interessante la tua reazione automatica...
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In senso spirituale o affettivo l'imposizione della mano non mi da fastidio.
E' il dover accettare il dominio dell'altro che non tollero.
Ci sono tanti motivi per cui sono così reattiva.
Fin da quando ero neonata mia madre mi ha sempre raccontato che la mia testa emanava un profumo particolare, e lei mi dava morsi sulla testa fino a farmi piangere tanto che pure le vicine di casa scappavano a vedere cosa era successo.
Mia madre provava una specie di esaltazione al contatto con il mio corpo, mi baciava e mi stringeva forte e mi mordeva fino a farmi male davvero. Poi diventai grande e forte da potermi difendere meglio dalla presa.
In quell'epoca lo scappellotto ai ragazzi lo si dava proprio sulla testa e la fronte proprio ad imprimere la sottomissione all'autorità dell'adulto più forte.
Quando si andava a mare c'era sempre lo stupido di turno che metteva una mano sulla testa per mandare e tenere a fondo il malcapitato.
Una volta ho graffiato a sangue un ragazzo che mi ha fatto questo scherzetto. Da bambina stavo annegando, malgrado io sappia nuotare molto bene e andavo sott'acqua quando qualcuno mi teneva giù la testa mi veniva il panico...
E' anche un gesto di sottomissione sessuale maschile...
Nel sogno vedo prima il rettile e poi la mano proprio sopra la mia testa compresa la fronte, poggiata con forza ed io provo la sensazione di "costrizione" che tanto mi fa venire la reattività al punto che grido nel sonno.
Quello che non mi spiego è perchè poi scompaiono le immagini e la spiegazione che pure mi viene ampiamente data sul momento, ricordo pure che osservo e ascolto con attenzione ma al risveglio il contenuto è rimosso.
E' almeno la terza volta che mi succede nell'arco di pochi mesi.