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Vecchio 24-04-2007, 16.58.22   #23
RedWitch
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio

Si parla di osservare le emozioni. Effettivamente è l'unico modo per sviluppare in seguito un controllo. Solo che per osservare qualcosa devo non essere quel qualcosa, ma semmai averlo. Se "sono arrabbiato" non vedrò la rabbia, se "ho della rabbia" (la sento)potrò vederla. Tra i due stati c'è un'enorme differenza.

L'emozione non gestita (come altre manifestazioni interiori come il chiacchericcio mentale) si comporta come un gas... ovvero tende ad espandersi, ad occupare tutto lo spazio disponibile. Nel farlo, nel dilatarsi, riduce la sua densità, dandoci un minimo di sollievo... sollievo che paghiamo con l'identificazione.
Quando la rabbia sorge, se non trova freni, essa "sale" e si espande fino ad occuparci tutti e da emozoine diventa stato d'animo... da "ho rabbia" passiamo in un lampo a "sono arrabbiato". Se, a questo punto, continua a non trovare freni, inizia ad uscire tramite espressione. Nel meccanico la cosa è un tutt'uno... in un attimo si passa dalla rabbia che sorge a io che reagisco esprimendola.

Per poter osservare la rabbia devo mettermi in un punto di osservazione in cui la rabbia non c'è... mi serve uno spazio, anche minimo, "vuoto di rabbia". La rabbia non deve occupare tutto lo spazio "me stesso". Questo spazio può essere anche interno (dico così perchè spesso si sente dire "entrare nell'emozione").

..
Faccio un passo indietro.. La rabbia non deve occupare tutto me stesso.. ma devo poter avere lo spazio per poterla osservare... pero', prima di tutto questo, la rabbia bisogna conoscerla, sperimentarla.. provo a spiegarmi:
E' vero che l'istinto, quando mi arrabbio è quello di sfogarla, pero' ci sono casi in cui, invece che sfogarla la reprimo, ecco questo era il mio status.. ogni volta che mi arrabbiavo, invece che sfogarla la reprimevo, e poi sfogava in altra maniera (stati ansiosi), perchè da qualche parte deve pur uscire, se non do una valvola di sfogo il corpo se la prende.
Per riuscire ad esprimere la rabbia, ho dovuto forzare su di me.. e poi quando ho imparato a buttarla fuori , mi sono resa conto di cosa tenevo dentro , perchè se lasci uscire la rabbia dopo che ti ha sommerso, fa un "botto"...
Ho visto cosa ero capace di fare. E credo che questo mi sia stato molto utile, per riuscire poi a trattenerla e ad usarla diversamente , a fare sì che non mi sommergesse (e non sempre ci riesco, nemmeno ora).. ma prima ho dovuto conoscerla.. quindi, non penso che sia sempre sbagliato, esprimere le emozioni, almeno fintanto che ci sommergono e fintanto che non conosciamo quello che provocano in noi;
osservare l'emozione dovrebbe essere il passo prima che diventi stato d'animo.. prima che l'emozione mi sommerga, se riesco ad "acchiapparla" , a quel punto posso darle una direzione diversa dall'esterno (il tizio o la cosa che mi suscita l'emozione)
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