Discussione: Identità
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Vecchio 04-08-2008, 14.45.35   #9
RedWitch
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Che cos'è l'identità?
Chi siamo? (che non vuol dire "cosa siamo").

Tutte le moderne e antiche psicologie più o meno si sono poste il problema (per quanto ne so) e tutte hanno cercato di risolverlo in un modo o nell'altro. Non è possibile ovviamente qui parlare di tutti questi tentativi (posto di riuscirci) tuttavia è interessante accennare che i vari approcci si possono suddividere in due filoni (si possono suddividere in molti modi, anche in questo): chi ha cercato di stabilire cosa sia l'identità e chi ha cercato di stabilire cose diviene... ovvero chi la vede come qualcosa di stabile e chi come un processo. Io propendo per i secondi.
Propendo anche io per la seconda ipotesi, se l'identità fosse statica, e se è come dicevi successivamente nel post una copia dell'essere.. se fosse statica non avremmo nessuna possibilità di crescita...
Ma per come la vedo, se è vero che l'identità è una divisione, è anche vero che per vivere abbiamo bisogno di questa divisione, qualcosa che delinei i contorni, i confini del nostro essere rispetto a...

Vero è che se mi reputo bella, intelligente, sicura di me etcetc, se mi affibbio delle qualità ben precise in cui mi identifico, non potrò vedere le altre, l'individuazione prevede l'esclusione dell'identità? Ovvero se si riuscisse ad integrare davvero tutte le varie parti di noi, non si avrebbe più bisogno dell'identità? Eppure anche se così fosse, quella che sono qui, tale rimane se mi chiamo Gina sempre Gina rimango , se sono alta ,1,70 non è che potrò diventare 1,90 o 1,60... ci sono alcune caratteristiche e qualità che non possono comunque essere cambiate, e anche quelle dovrebbero credo concorrere a quella che è la nosta identità nella sua totalità.. o sto mischiando più cose insieme?

Citazione:
Originalmente inviato da Astral
Forse dovrei unificare tutti questi frammenti, anche quelli maligni, oppure che mi piacciono meno?
Si Astral, in linea di massima tendiamo a non voler vedere quei lati che ci piacciono meno, a volerli escludere a priori dal nostro modo di "essere", in realtà , latenti o meno, repressi o meno, se ci sono andrebbero senz'altro conosciuti e fanno parte di noi.


Una cosa che ho visto spesso, è che quando si frequenta un gruppo di persone a lungo, poi è quasi inevitabile, che si inizi a parlare tutti nella stessa maniera , che ci si "mischi" perdendo un po' per strada quelle che inizialmente sono le caratteristiche di ognuno.. come dire siamo tutti uguali, è come se si tendesse ad una perdita della identità.. la moda, i modi di parlare i condizionamenti degli ambienti che si frequentano fanno in modo che sempre più spesso ci si perda...

Per finire, quanti di noi saprebbero dire "chi sono"?

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