Discussione: Effetto luna
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Vecchio 09-04-2009, 20.49.04   #50
Ray
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Bene. Abbiamo trovato due punti di contatto che reputo interessanti: uno le influenze umane a noi diverse nei resoconti, due le effettive possibilità di corpi celesti nascosti.

Parto dal due e, prima di espandere, ti faccio una domanda: esistono regioni di spazio non accessibili alla nostra osservazione? (che ne so... dall'altra parte del sole) o osservabili solo in determinati periodi raramente presenti (per raramente intendo ocn ordini di grandezza di tempo relativi ai cicli celesti, quindi non necessariamente compatibili con la vita umana) e per regioni di spazio non mi limito a quello compreso tra terra e luna.
Ovviamente all'eventuale osservazione sono suscettibili solamente corpi composti di materia diciamo "ordinaria".

Per quanto riguarda il primo punto, fai una domanda da un milione. Certo, sarebbe bello riuscire a sfrondare, tuttavia come potremmo essere certi di aver sfrondato correttamente e del tutto?
In ogni caso la simbologia ci viene in aiuto.
Consideriamo quello che ci sembra il messaggio centrale della questione, ossia il fatto che la luna sia originata dalla stessa terra. Cosa potrebbe voler dire per l'uomo antico, cosa potrebbe sentire l'uomo antico da indurlo ad esprimere in un certo modo questo concetto? Posto e considerato che potrebbe benissimo essere andata così, perchè l'uomo antico ci da un determinato valore (e non un altro) e ne trae determinate conseguenze e letture (e non altre)?

La terra è sempre stata percepita come colei che nutre. La fonte del nostro sostentamento... non solo fisico, anzi ai sensi, alle percezioni, e alle sensazioni dell'uomo antico la terra appariva come la fonte di ogni nutrimento, dal fisico, all'emotivo o, vista da un'altra parte, dal grossolano al sottile. Secondo G., e questo è difficilmente discutibile, noi necessitiamo di nutrimento a quattro livelli: dal più grossolano al più sottile: cibo, acqua, aria e impressioni (cosa connessa con gli antichi principi terra, acqua, aria e fuoco... non stati della materia, principi). Appare evidente che, con l'eccezione delle impressioni, la terra è praticamente l'unica fonte di sostentamento a tutti i livelli.
Ora, cosa può stare a significare il fatto che da questa terra "madre" si stacchi un pezzo che vada a finire in cielo e che, a sua differenza, invece di nutrirci, di noi si nutre?
In termini psicanalitici, e con una certa forzatura ma buona per introdurre il discorso, si potrebbe immaginare che la "madre" abbia proiettato lonatno da se (quindi per certi versi rimosso) la parte che ha bisogno del nutrimento dei suoi figli, tenendo "in se" solo la parte che nutre.
Ammettiamo che la percezione interiore dell'uomo antico gli faccia sentire che il femminile che lo nutre, in una certa parte anche succhia, e che senta pure che questa parte è inconsapevole... ecco che diverrebbe un significato importantissimo per lui questo della luna che proviene e si stacca dalla terra. Terrà questo in grandissima considerazione, mentre si occuperà poco della verosimiglianza scientifica di altre questioni... non ne ha bisogno, dato che ha la "spiegazione" che gli serve.

E su di essa, e tramite essa, esprimerà tutti gli sviluppi, negativi e positivi, del processo che questa questione implica.

Bon, è solo un esempio... quello che volevo veicolare per ora è l'estrema lontananza tra il nostro modo di pensare e percepire e quello dell'uomo antico da cui provengono certi racconti, e la conseguente nostra difficoltà a capirli. Spesso questa difficoltà spinge l'uomo moderno a bollare come ridicola la narrazoine degli antichi... i quali però narravano se stessi, il loro mondo interiore ed esteriore... mondo dal quale noi deriviamo.

Se ci si prendesse la briga di esplorare meglio ciò che non capiamo, senza fissarsi subito sui particolari grotteschi, si avrebbe tanto da imparare da questo uomo antico... tanto da imparare su di noi (non dico a te ovviamente).

Teniamo conto di una cosa tuttavia: la ricerca del valore simbolico può darci delle chiavi di lettura, ma non significa che esse siano verità. Non solo... anche ammettendo la validità di questa indagine (e io l'ammetto) dobbiamo ricordarci che il simbolo ha una base concreta (non è un segno che indica un'altra cosa... ma un simbolo che indica quella stessa più molte altre) e che è piuttosto improbabile che l'antico (così come il moderno) usi come veicolo una storia inventata. Ritengo quindi che alla base delle antiche narrazioni, soprattutto le più strane, ci sia un fondo di verità... che spesso è quello su cui vengono costruite le vicende della narraozione (che poi non scosta granchè con le moderne tecniche narrative).
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