Discussione: Dire si
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Vecchio 21-01-2011, 10.13.16   #5
diamantea
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Dire si, mi sembra una condizione di non opposizione all'esistenza. Quando dico no mi oppongo con forza alla situazione, mi dispongo al rifiuto, per cui può accadere che non accetto le conseguenze al mio no, mi ritrovo impreparata ad accettare quando non posso più oppormi, a quel punto la prendo come una sconfitta invece che come una continuità in altra direzione.
Riflettevo sulla mia sentenza di divorzio... ho lottato, reagito, ma poi mi sono ritrovata ad arrendermi, la palla era partita, adesso dovevo mettermi in atteggiamento di accettare il canestro in cui sarebbe andata a finire e poteva essere l'altro.
Dentro di me era un si a tutto e un si al cambiamento eventuale che ne sarebbe derivato dalla nuova situazione, ero pronta, avrei sofferto ma ero pronta.
Il si è la canna che si piega al vento, il no è l'orgoglio che non si piega all'esistenza, al destino, alla volontà di Dio, alle intemperie della vita.
Il si libera l'energia, rende tutto più fluido, più facile, permette l'accadere della vita in modo più naturale.
Si è ammettere di aver sbagliato, è chiedere perdono, è tenere conto dei propri limiti, perchè il si accetta, anche la parte in ombra, quella che non piace e si vuol nascondere, negare.
Il si è permettegere che emerga anche il no, un no come limite, come rispetto del proprio limite. Il si è respiro, il no è apnea, contrazione.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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