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Vecchio 18-11-2007, 16.22.23   #12
gibbi
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…..E restando in tema , dal momento che l’intestino dopo il cuore era ed è l’organo che merita maggior attenzione: polpa di tamarindo, polpa di cassia , semi di lino , foglie di senna , manna con senna , infuso di Vienna , polvere di liquirizia composta, magnesia semplice o effervescente e qui ti voglio perché quell’ “effervescente” era un termine solo per gente colta , altrimenti suonava come “servesente, fosforescente, spumante” , ma la locuzione di gran lunga più usata era : “manesia de quea che boie” ( trad:magnesia di quella che bolle).
E poi unguenti vari:vaseline saliciliche, ittiolo in varie percentuali, unguento populeo (preparato con gemme di pioppi macerate per le emorroidi) , unguento di belladonna, iodurato , mercuriale fino al famoso , tutt’ora di largo impiego e di sicura efficacia in veterinaria , unguento solfo-alcalino di Helmenich contro la scabbia (o rogna). Mi riferisce mio padre che negli ultimi anni di guerra e nei primi del dopoguerra era tale la richiesta che doveva prepararlo all’esterno in caldaie da bucato.
E per chiudere un doveroso accenno ad un presidio terapeutico di grande tradizione: la Sanguisuga o Mignatta o Hirudo medicinalis, da cui il nome altisonante di iruditerapia dato a tale pratica.
Per le modalità di applicazione ….istruzioni da un vecchio compendio dei medicamenti , “il Medicamenta IV ediz. , anno 1933 pag. 2542, il quale recita: “per applicare le sanguisughe si tolgono dall’acqua , si asciugano con un pannolino fino, poi si pongono in un piccolo bicchiere che si capovolge in modo che la bocca del bicchiere aderisca alla pelle.Se la parte del corpo non permette l’applicazione del bicchiere(gengive, collo uterino) si ricorre allora a tubi speciali un po’ appuntiti ad un estremo .Vi si introduce la sanguisuga per l’apertura grande e si costringe ad uscire con la testa dall’apertura più piccola , spingendola dolcemente con un bacchetta di vetro.
Per eccitare le sanguisughe viene consigliato di bagnare la pelle con latte zuccherato, oppure di strofinarla con sugna di maiale . Meglio senz’altro pungerla onde gema qualche gocciolina di sangue : ivi le sanguisughe si attaccano facilmente. E’ molto in uso anche bagnare d’aceto o d’altra cosa disgustosa per le sanguisughe il fondo del bicchiere , perché esse fuggendone di fissino alla cute su cui poggia l’orlo .Le sanguisughe che hanno già servito si devono gettare. L’impiego di sanguisughe che già servirono a cavar sangue , fu spesso causa di contagio di malattie”.
Non meravigli quest’ultima raccomandazione , poichè era costume diffuso recuperare le sanguisughe ponendole sulla cenere calda del focolare , affinché rigettassero il sangue appena succhiato.
fine
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