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Vecchio 03-10-2006, 11.37.05   #12
Kael
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Il "ricordo di sé" giunge quando la coscienza dell'uomo è continua.

Per quanto un uomo si sforzi di essere sempre presente, ha ancora notevoli "buchi". A chi non capita ad esempio di non trovare un oggetto, come un accendino o le chiavi di casa? E' evidente che nel momento in cui le ha posate da qualche parte, non era cosciente di se stesso, non creando quindi così una "copia" (memoria) in se dell'azione stessa.

Come detto, "i più alti momenti di coscienza creano la memoria", e sebbene a sprazzi tale coscienza può essere molto attiva, Ouspensky sostiene che un uomo ordinario non può mantenerla per più di due minuti al massimo.
Se si è onesti con se stessi, non si può negare quante dimenticanze e automatismi ci sorprendano ogni giorno... Un uomo non trova l'accendino, un altro si accende la sigaretta pur avendone già un'altra accesa posata sul portacenere, un terzo esce di casa e va a destra in automatico perchè ha sempre parcheggiato la macchina a destra, quando invece proprio ieri l'ha dovuta parcheggiare a sinistra, un quarto ascolta un suo amico mentre gli parla e non ricorda assolutamente cosa gli abbia detto, e così via... Gli esempi sono molteplici e di ogni giorno.

Ricordarsi di sé significa non aver bisogno di pensare "ora mi concentro su me stesso".... perchè lo si sta già facendo, sempre e continuamente in ogni momento...
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