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Vecchio 18-03-2007, 18.13.30   #6
Shanti
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La tendenza antica dell’Astrologia ci sembra d’essenza religiosa, divinatoria cioè “legata al divino”. Non è affatto indipendente dai misteri dell’anima, dalle trasformazioni psichiche, dai riti destinati a far evolvere lo psichico individuale e collettivo. La scienza degli astri prende forza e vigore dalla mitologia vissuta e raccontata: è la vita degli dei in noi e fuori di noi, costantemente ripetuta. Incarna in noi la potenza dei pianeti e, se lo desideriamo, ci trasforma mediante i suoi simboli in Ercole che lotta col leone Nemeo e che lo abbatte. Ci invita a realizzare l’Opera Astrologica, che è possibile assimilare all’Opera Alchemica.
Non dobbiamo separare l’Astrologia dall’interiorizzazione dei miti perché essa non è soltanto la tecnica del calcolo di un oroscopo. Questo tema prende vita secondo le direzioni e i transiti, ma acquista il suo valore dall’utilizzazione delle energie. Ci invita a progredire.

L’Astrologia del Medio Evo e del Rinascimento aveva perso questo primitivo vigore quando è sparito il paganesimo, ma avrebbe potuto conservare un significato sacro se il Cristianesimo avesse accettato di far lega con lei. Invece se ne allontanò e l’Astrologia continuò da sola la sua evoluzione. Per modo di dire evoluzione, visto che alla fine l’Astrologia, si dissecca perché gli dei sono considerati morti. Non è più che una branca distaccata di una religione crollata.

Questo fino al XVII secolo, quando un personaggio francese, Morin de Villefranche, dà il via a un rinnovamento: con lui comincia a manifestarsi la tendenza moderna che segue ancora oggi la maggior parte degli asrologi contemporanei. E’ con questo autore infatti che l’Astologia diventa un’arte razionale o pseudo razionale, di predire l’avvenire. Grazie a Morin de Villefranche si stacca definitivamente dalle sue origini e prende l’aspetto di un’arte e di una tecnica.
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