Discussione: Caino e Abele
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Vecchio 03-03-2012, 18.43.48   #21
griselda
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Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio
Tendenzialmente credo che i bambini debbano sbrigarsela da soli, chiaramente se la cosa resta nei limiti, ma se un intervento si rende necessario, secondo me non bisognerebbe prendere le parti di nessuno dei due.
Non ho esperienza con bambini più grandicelli ma vedo mia figlia che quando intervengo si impunta ancora di più, mentre se le dico di arrangiarsi con l'amichetta di turno o la cuginetta, dopo pochi minuti fanno pace.

I bambini in questo sono meravigliosi, mentre noi adulti saremmo capaci di tenere il muso anni

Quindi, separarli se si rende necessario ma evitando di entrare nel merito della lite, che è affare loro. O, ad esempio se litigano per un gioco, toglierlo ad entrambi, la prossima volta vedrai che ci pensano prima di fare sfuriate... e magari si mettono d'accordo per fare a turno. Cercare insomma di essere imparziali, e non fare sentire nessuno dei due il "figlio di serie B"....

Concordo pienamente con quello che ha scritto Red.
Avendolo vissuto sulla mia pelle direi che un genitore anche se agisce nel migliore dei modi prendendo le parti di chi ha ragione non risolve, anzi crea in chi è geloso l'idea che si schieri sempre dalla parte dell'altro.
Penso lo abbiate visto anche voi....
Se il capo famiglia dice una cosa o si ha l'intelletto e la volontà di fermarsi a ragionarci su e questa cosa è impossibile per dei bambini oppure se c'è gelosia, rivalità essa non permetterà di vedere la verità. Inoltre non permetterà mai se se si schierasse sempre con il più debole di far si che riesca a irrubustirsi dentro a a tirar fuori la capacità di risolvere da solo i suoi guai.
Se poi arrivano a trascendere in modo pesante o non cessano le ostilità in modo grave li la punizione dovrebbe comprendere entrambi senza giudizi ma con un suggerimento su come sarebbe stato più utile comportarsi per non ricevere la punizione.


OT
(Mi è rimasta impressa una frase di Gurdjieff che ho letto in cui diceva di non agire direttamente contro un figlio che deve comprendere che sta sbagliando e che il suo comportamento è errato, ma di farlo fare da un altro e poi di aiutarlo ad affrontare, superare la cosa e a migliorarsi. In buona sostanza ad aiutarlo a rialzarsi. Sarebbe interessante cosa c'è di vero in questa cosa.)
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