Discussione: Il perdono
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Vecchio 01-03-2009, 18.29.11   #2
filoumenanike
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Originalmente inviato da gibbi Visualizza messaggio
Intendo provare a parlare del "vero perdono" perchè ho la sensazione che non in tutte le situazioni di conflitto che ritengo risolte io abbia perdonato , non veramente almeno.
A fronte di un torto reale o da me ritenuto tale , ho spesso , con il tempo , sostituito la rabbia e il rancore con l'indifferenza , con un non sentire , modi di essere che hanno però richiesto obbligatoriamente il mio allontanamento definitivo dall'autore dell'offesa.
Il non aver progettato vendetta , il non sentire più risentimento nei suoi confronti, non sentire più la sofferenza , tutto questo mi ha tratto in inganno , ho erronenamente dedotto di aver perdonato .
Quanto detto nel recente 3D sul vendicarsi , mi ha fatta riflettere .
A fronte di un torto e del conseguente danno si aprono in alternativa la vendetta o il perdono.
La vendetta risulta la risposta più immediata e di certo la più istintiva - primitiva, ma , ritengo, non facile comununque perchè come detto , è soprattutto una fuga strategica dal dolore , un'incapacità di tollerare la sofferenza conseguente il danno , è una necessità di fuga dalla stanza del dolore per entrare in quella dell'odio , del rancore che rendono quel dolore più tollerabile .
Scegliendo di perdonare si resta nella stanza del dolore .
Parlavo del perdono con un amico e ne elencavo le fasi perchè non ritengo si possa perdonare subito,non si perdona in un solo istante , il perdono ha bisogno di tempo , è una ferita dell'anima che deve rimarginarsi come una ferita inferta al corpo e necessita di un lavoro perchè, a mio modo di vedere, perdonare è un processo difficile e doloroso : il torto , l'offesa quindi il danno , sentire la sofferenza che questo provoca , la decisione di rinunciare alla vendetta , il provare risentimento (ritengo senza negarci questa diritto), superare poi il risentimento sostituendo pian piano le emozioni negative quali rabbia paura rancore con altre emozioni positive come tolleranza comprensione , compassione , permettendo così un affievolirsi del ricordo del male.
Mi è stato fatto notare che il mio elenco mancava di una fase molto importante che occupa un posto anticipato rispetto alle altre fasi della mia lista : quella del perdonarsi , perchè quando si subisce un torto ci si sente anche responsabili e per aver scelto quella persona come amico e per aver dato fiducia incondizionata e per non aver prestato attenzione a certi segnali....insomma per aver permesso che accadesse .
Forse che nelle situazioni che sento irrisolte , dove mi sono limitata a desistere dall'attuare la vendetta ,a sminuire e dimenticare il torto subito e a comportarmi come se nulla fosse successo , dove non sento più rancore per l'autore del torto ( anche se è e resta fuori dalle mie relazioni) , dove insomma manca la fase dell'inserimento delle emozioni positive, forse che non mi sono perdonata?
Mi chiedo poi .Ma a fronte di un torto esiste veramente e solamente il bivio vendetta-perdono? E quando si sta e si resta in quella specie di limbo , non vendetta , non perdono ...... " vero" ?
provo a rispondere ma non sono più sicura di centrare i vostri ragionamenti tuttavia voglio dire la mia esperienza, quando subisco un'offesa diretta, se da un amico o da un estraneo, mi viene istintivo, e forse rappresenta il terzo modo di vedere il problema, reagire con l'affrontare subito la persona e chiedere i motivi dell'offesa, poi spiegare il mio risentimento. nella maggior parte dei casi il fatto si risolve con l'esposizione chiara delle proprie motivazioni, senza arrivare a pensare alla vendetta, che mi induce a covare risentimento e odio. un mio amico tempo fa, partecipe ad una festa avvenuta nella mia casa in compagnia di numerosi amici, nega il giorno dopo di essere stato mio ospite ad un vicino con cui avevo dei problemi mai superati, per paura di essere giudicato male mi sono sentita offesa dal suo vile comportamento e gliel'ho detto apertamente, dapprima ha condiviso il mio sentimento, poi si è risentito della mia franchezza e per un pò di tempo siamo stati lontani, ma per me l'episodio si era concluso, non sentivo l'esigenza nè della vendetta nè del perdono, mi è stato sufficiente capire le sue spinte e le sue giustificazioni. a volte chiarirsi, aprire il nostro animo con sincerità potrebbe evitarci inutili rancori, idee contorte della mente, che spesso elabora fantasie perverse troppo semplicistico?
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