Discussione: cara mamma
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Vecchio 20-05-2010, 18.20.30   #103
luke
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Non sapevo bene se continuare qua il discorso, dato che si toccano vari argomenti... c'è l'altro sull'autorità, sempre in esperienze quindi sempre "libero" di spaziare, ma dato che sta cosa è emersa qui parlando con te, continuo qui rispondendo a te ma faccio un discorso generale perchè vorrei introdurre un elemento che finora non è stato toccato se non erro. Quindi non mi rivolgo a te in particolare ma allargo solo il discorso. Se vorrai poi lo applicherai al caso specifico e scambieremo considerazioni.

C'è chi, per un motivo o per l'altro, fa fatica ad accettare l'autorità, che percepisce come qualcosa di eccessivamente limitante per i suoi bisogni comportamentali e/o espressivi. Abbiamo visto come le figure genitoriali possono inegenerare difficoltà da questo punto di vista e come sia poi difficile sottomettersi a una qualche autorità o a riconoscere l'autorevolezza quando la si incontra, scambiandola per qualcosa da combattere.

Il punto è che sottostiamo sempre a qualche autorità e se non la scegliamo noi sarà imposta, sotterranea, e molto molto più tirannica. Come ad esempio gli impulsi, o i sotterfugi della mente (che sempre agli impulsi si rifanno) o roba simile, che magari essendo interna non la percepiamo fuoiri di noi e ci dimentichiamo che è il vero nemico da combattere.

Prendiamo l'esempio scemo di Caio che vuole andare in giro nudo e che vede nell'autorità che glielo impedisce un'insopportabile limitazione all'espressione del "suo essere". In realtà, se non è in grado di sottomettersi alla volontà collettiva (o ad andarsene dove si può per farlo, ma anche questo è accettare l'autorità del luogo di partenza) è perchè è troppo sottomesso all'impulso di andare in giro nudo. E dal piacere che ne trae, o quello che è... magari a farlo gli cala l'ansia, non sappiamo. E non sa neanche lui perchè... ha l'impulso, vuole farlo (fa suo l'impulso) e poi razionalmente trova mille motivi naturalistici di cui sposa la filosofia ma che in realtà sono giustificazioni.

Noi possiamo percepire un'autorità come tirannica, e potrebbe essere davvero così. Ma attenzione, è così un'autorità che non ti permette di andartene dove non esercita. Potrebbe anche essere che il tiranno sia interiore e che proiettiamo questo percepito su chi l'autorità rappresenta.

Come dire, ma il discorso è appena agli inizi, che non si tratta di stabilire se accettare un'autorità o meno, ma a quale sottostare e se per propria decisione e no.
Io credo sia giusto dire che alla fine il giudice cui ci sentiamo di dover sottostare sia dentro di noi, magari i genitori, il padre autoritario ecc la hanno fatto nascere e crescere i primi anni di vita, in alcuni casi in modo abnorme, però poi è un processo nostro interno.

Anche io trovo difficoltà nello staccarmi dai genitori, nonostante sia adulto, nonostante so che si stanno facendo anziani, che gran parte dei loro compiti verso di me, nel bene e nel male , li hanno già assolti e che per il futuro li aspetta, nella migliore delel ipotesi, una serena vecchiaia, eppure sento ancora, quando faccio qualcosa, la sensazione istintiva di chiedermi se e come reagiranno, se faranno storie oppure no.

Di questa cosa me ne sono reso conto già molto tempo fa, in età adolescenziale al più tardi, mi arrabbiavo, con loro e con me stesso, ma tutto rimaneva ad un livello superficiale, solo discorsivo/elucubrativo, l aparte più profonda e viscerale di me non voleva sentire ragione alcuna, si muoveva per conto suo ed influenzava tutto il resto in funzione dei "desiderata" genitoriali, proprio come un tiranno interno che sottomette il resto, ed anche a mio avviso alla fine è quest'ultimo che deve essere sistemato in qualche maniera.
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