Discussione: cara mamma
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Vecchio 05-11-2010, 12.42.39   #123
griselda
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Esatto. Questa è in sintesi la prospettiva più elevata da cui possiamo posizionarci. E' un punto di arrivo e da qui il perdono è automatico... anzi, ci si rende conto che non c'è nulla da perdonare, ma che invece rischiamo di essere in debito pechè ci è stato dato proprio quello di cui avevamo bisogno.

E' un punto di arrivo quando ci si arriva sul serio, in questo senso molto elevato. Ma anche se ci si arriva per un misto di ragionamento e fede e lo si mantiene fino a che si tira dietro il resto di noi può funzionare egregiamente.
Se ho capito bene quanto ho elaborato sino ad ora. Una volta preso atto che noi volevamo nascere con determinate caratteristiche avevamo bisogno di essere in un certo modo, quindi quei genitori facendoci mancare alcune cose noi le avremmo cercate fuori dalla famiglia per sentirci pieni. Le mancanze che ci siamo formati nella crescita sono i buchi che volevamo avere per vivere in primis la vita che abbiamo vissuto, le esperienze che abbiamo fatto, le cadute, le salite, i pianti, i sorrisi, le disgrazie, i piaceri.
Dovevamo vivere quelle cose per poi? arrivare a domandarmi:" Chi sono io?
Beh se è per qusto tutti i presenti sono arrivati a chiederselo e tutti siamo arrivati ad esempio qui ad Ermopoli Fonte di domande che cercano dentro di noi la risposta.
E quindi i nostri genitori qui sono assolti da ogni accusa di non aver fatto il loro dovere perchè ci hanno fatto un piacere. E anche la sofferenza che ci hanno regalato e a cui volontariamente prima di nascere siamo andati incontro ci è stata donata da solo, perchè è grazie alla sofferenza che ci si muove.
Non so bene cosa vuoi dire però con la frase che ho neretatto puoi allargare per favore?

Il Lavoro qui mi pare che concerni (miiìììi per quello che ho capito io eh )
Osservarci per scoprire le nostre mancanze e poi lavorare per sanarle.
Il nostro lavoro sarebbe partire con l'handicap per poi recuperarlo.
Nel frattempo tra un tira e un molla perchè non è così facile si sfrutta la tensione di tra quello che siamo e quello che vorremmo essere per allargarci. La sofferenza è il carburante che ci aiuta a bruciare le scorie.
Quello che conta alla fine è la lotta con il male, il nostro male quello che ci siamo scelti e che è poi quello che siamo.
Volevi intendere che una volta accettato che siamo così perchè abbiamo scelto i genitori per diventarlo per poterlo essere come scelta consapevole prima di nascere sarebbe un'ignominia non volerlo e non vederlo. E che una volta visto tutto allora li possiamo anche lasciare i genitori per lottare contro quello che siamo?
E ringraziarli della possibile tensione che possiamo usare, andando contro a quello che siamo, per cercare di divenire quello che vorremmo.
Esempio pratico mio padre non mi ha insegnato ad afffontare la vita a non prenderi le mie responsabilità, a non rispettare le regole, a scappare dall'autorità che le fa rispettare e aspettarmi sempre da essa indulgenza.....lottare per cercare di andare contro a queste cose inverte la spirale che mi muove e creandomi da sola sofferenza mi creo vita da vivere e ringrazio i miei genitori per avere questo tipo di possibiità che altri che stavano benissimo non hanno mai sentito l'esigenza di avere.
Era questo che volevi dire Ray?
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