Discussione: la felicitą
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Vecchio 24-04-2009, 16.16.58   #10
Ray
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
Quindi, potremmo dire che serenitą, gioia e felicitą sono gradi sempre maggiori di una certa emozione?

Devo dire che ho cercato la derivazione etimologica ma non ho avuto gran successo...per gioia mi rimandano a gioco per la felicitą invece a felice (felicitą niente..mah) che deriverebbe da fecondo..nell'attesa che mi munisca di un dizionario serio c'č un volontario a caso che mi da una mano?
Piccola nota semantica: se il dizionario, alla voce "fellicitą" ti rimanda a felice, il motivo č che il primo termine deriva dal secondo per astrazione.
In ogni caso si, felice vuol dire fecondo... solo che detta coosģ si rischia di perdersi le connessioni. Il verbo greco a cui possiamo fare riferimento č phyo, che vuol dire produrre. Felice č colui che produce... e quindi č ovviamente fecondo. Curiositą. se applichiamo il concetto al lato femminile dell'universo, direi che possiamo derivarne lo stesso termine "femmina".

La felicitą č una pienezza. E la pienezza totale, che magari per ognuno č diversa ma da lo stesso risultato, non la possiamo reggere che per un attimo, per un motivo molto semplice. Non č uno stato ma un processo. Ossia noi siamo felici quando ci riempiamo e iniziamo a chiamarla felicitą ad un certo grado di riempimento. Quando arriviamo al limite, ma non ci arriviamo quasi mai perchč subentra la paura e scarichiamo, abbiamo due strade: continuare a riempire e scoppiare, oppure invertire il processo e svuotare (ed ecco il down inevitabile).

Ci sarebbe un'alternativa: controllare tanto bene il processo, la velocitą di riempimento, da tenerci sempre al limite, in modo da espanderci noi (senza scoppiare) con la stessa velocitą con cui riempiamo. Sarebbe estasi duratura... chissą se chi ci riesce emette luce...
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