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Vecchio 18-02-2011, 03.09.47   #33
Ray
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Io credo di aver capito.

Citazione:
Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Dipende dalla pressione.

Questo è stato risolutivo.

Quindi provo a rispondere a Red e Sole.


Citazione:
Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio
Anche a me è abbastanza chiaro cosa succede in chi chiede attenzione, chi lo fa , quando lo fa cerca un "contenitore" per qualcosa che non riesce a trattenere, e che in qualche modo va scaricato. Ma è tutto qua? Quando ci si sfoga, e quindi si libera spazio, questo spazio puo' essere riempito anche da qualcosa che da l'ascoltatore/contenitore? Voglio dire, in un discorso, non è mai solo A ---> B, è possibile che qualcosa di B torni ad A, se A è disposto ad ascoltare?
Ad esempio chi va da uno psicologo, ci va per prevalentemente per essere ascoltato, ma anche per ricevere qualche consiglio su come risolvere certi problemi .. in quale misura il paziente in questi casi puo' anche ricevere qualcosa durante un colloquio?

Poi interesserebbe anche a me approfondire la parte di chi presta attenzione, ho capito che se ci si annoia si sta ricevendo qualcosa di inutile , se non dannoso per sè... e quando ci si accorge di questo? cosa si puo' fare oltre che cercare di interessarsi?
Chi "presta" attenzione (poi torno su quel "presta") mette a disposizione uno spazio all'altro che, in qualche modo, è saturo o sta saturando. Cioè è soggetto ad una pressione diciamo non ottimale e deve perciò riequilibrare. Non ha però a disposizione lo spazio per farlo, oppure non sa come fare da solo.
Un po' come avere tre cose in mano e chiedere a qualcuno di tenere un attimo l'ombrello mentre si mette il portafoglio e il telefono in tasca. Poi riprende l'ombrello, ma adesso è in grado di reggerlo.

In pratica non siamo mai vuoti e abbiamo quella sensazione quando siamo saturi, ossia quando non circola bene e che comprime da qualche parte. Ma ciò non significa che siamo pieni... o meglio, lo siamo ma ci starebbe ancora se fosse messo meglio, come dei pezzi del tetris non incastrati bene... ci sono altri spazi ma sono inutilizzabili (dico questo perchè nessuno può contenere più della sua portata). Ovviamente si tratta di qualcosa che scorre, quindi va visto il tutto in termini dinamici.

Bene, quando questo è saturo chiede attenzione, ossia uno spazio dove mettere momentaneamente qualcosa. Chiaramente non è che se ne libera e lo da all'altro... vadiamola in termini di pensiero: io ho un'idea, mi satura perchè mi rimbomba, ma vorrei esplorarla meglio e non posso. Ne parlo con qualcuno, deposito momentaneamente l'idea in lui e faccio un po' di spazio, ma al termine di tutto ho ancora quell'idea, mica l'ho persa. L'altro, che ha ricevuto, semmai ne ha fatta una copia (modificata dal suo personale e dalla comunicazione, ma questo adesso non c'entra).

Bon, io che ascolto, presto spazio. Se mi limitassi ad ascoltare e l'altro, finito di dire se ne andasse, avrei fatto la stessa cosa di quello che tiene per un momento l'ombrello. L'altro sistema come può, riprende e va via.

Nella realtà questo non avviene quasi mai. Il dare attenzione inizia uno scambio... magari l'idea di prima viene considerata e l'altro fa una domanda. A quel punto i ruoli si invertono e io che domando ricevo attenzione da quello a cui l'avevo data. Insomma, in una conversazione, mettiamo entrambi attenzione, spazio a disposizione. Nel quale avviene lo scambio, le elaborazioni.

Nel mentre che si riceve attenzione, essendosi fatto un po' di spazio grazie all'altro, riceviamo dall'ambiente e tutto riprende a circolare. Ma, se si instaura una conversazione, inizia anche uno scambio diretto, dove diamo e riceviamo l'un l'altro, facendo circolare. Come circola con l'ambiente, in cui anche riversiamo, oltre che prendere. In realtà l'un l'altro, se parliamo di pensieri, ci scambiamo sempre copie, però grazie a questo movimento possiamo appunto muoverci, possiamo pensare oltre l'idea di partenza, esplorarla. Se siamo saturi dell'idea possiamo pensare solo quella.

Il punto nodale è la pressione. Noi ci saturiamo quando la pressione di quel che circola non è adatta all'ambiente interno, al tubo se vogliamo vederla così. Spiengendo fuori si crea una depressione e per suo effetto risucchiamo dall'ambiente esterno, ma se l'uscita si inceppa l'ambiente esterno satura presto quello interno.
Così capita anche se, dando attenzione, quello che riceviamo ha una pressione che ci può saturare. In termini psicologici se non sappiamo gestire quel che ci arriva. Magari identificandoci, magari perchè abbiamo un problema anche noi con quella cosa (un motivo per cui gli psicologi dovrebbero prima aver lavorato su se stessi).

Bon, ho scritto tanto, ma forse in maniera un po' sconclusionata, se non si capisce ditelo (e se ho sbagliato mi si corregga pls).

Sull'ultimo punto del post di Red vorrei tornare... la faccenda della noia mi è chiara fino ad un certo punto. Certamente annoiarsi costa molta energia e stanca. Si riceve quindi qualcosa che non va bene. Credo che interessarsi, spingere, possa risolvere la cosa solo in parte, così come sottrarsi. C'è anche qualcosa nell'ambiente interno che va aggiustato se c'è noia, magari un semplice atteggiamento verso una determinata cosa, un pregiudizio, un'aspettativa... insomma la pigliamo per il verso sbagliato.
Ray non è connesso