Discussione: Errare per vivere?
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Vecchio 15-10-2011, 12.52.39   #6
griselda
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Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Sapevo di quest'episodio della vita di Jung e ne parlai tempo fa .
Questa donna fu prima paziente poi amante di Jung e poi divenne una valente psicologa .
C'e' da dire che la storia nacque all'interno di un transfert tra allievo e paziente , non per giustificare ma per onore dei fatti .
Sì, sì è avvenuto così non volevo tediare con il racconto di tutta la storia ma visto che tu gentilmente l'hai riportata dividiamo la sofferenza di chi conosce la storia
In effetti proprio il tipo di ascolto e la dedizione del medico crea quello che poi tu definirai transfert e controtransfert il suo tornare indietro
Quote:

Il transfert ed il controtransfert e' il rapporto affettivo che si sviluppa in terapia tra paziente e medico utilissimo alla guarigione se resta confinato e poi il legame venga tagliato .

Ecco nella storia come è andata non è rimasto confinato ma è uscito ed è stato consumato ed è questo a cambiare le cose.
Mentre se ciò avviene parlo del T. e C.T. il rapporto deve essere taglato e spostato su un collega in modo da non inficiare il lavoro svolto sino a quel momento, correggimi se sbaglio.
Quote:

Anche nel libro Rosso , un grande libro visionario , Jung affronta a fondo questo momento dramatico della coazione a rinnegare cio' in cui s'e' creduto fino a quel momento .

Un po' quello che si fa quando ci rende conto di aver tenuto un comportamento che andava contro all'educazione ricevuta alla morale ma sincera con se stesso e ai propri impulsi instintivi.
In pratica la sintesi, dal pensiero di Freud a quello di Jung (passando per il suo vissuto) mi pare di aver capito.

Ma nel film e non so se così poi successo nella sua vita veramente, si dice che quella storia è ok serivta per una visione diversa ed un cambiamento di ritorno al pensiero precedente ma, per come l'ho vista io, ma ad un ostinata ricerca di ricreare ciò a cui aveva rinunciato proprio per la paura di ciò che aveva visto, ciò a cui avrebbe dovuto rinunciare....che potrebbe essere l'idea di se, la famiglia, i figli così intesi, il lavoro in qualche modo...avrebbe dovuto morire come Jung per rinascere qualcosa che non si saprà mai perchè non l'ha fatto e per questo è ...rimasto a mezza via?
Sarà questo il senso della frase?
Quote:

Cosa ne penso ?
Penso che il male e' parte di noi ed e' l'altra parte del bene e come in tutte le coppie di contrari la soluzione sia trovare l'opposto che li concilii.
Come sta alla qualita' ed al coraggio di ciascuno .
Non c'e' dubbio pero' che spesso la via contraria al bene si imponga come una necessita' e che apra strade che altrimenti sarebbero rimaste chiuse per sempre .
Da qui l'inutilita' di ogni teorico discorso moralistico sempre che si sia nel campo della stretta necessita o coazione e non nel mero oppotunismo .
Anche se , se si va dietro a Gurdjeff , noi siamo sempre in una coazione a fare , nell'automatismo , per cui .......
Ti ringrazio di aver espresso il tuo pensiero

Altra cosa che ieri non ho menzionato è la citazione del film dell'attrito tra gli opposti che mi pare apra altra prospettiva e che nel film per evidenti motivi viene solo buttata lì e questo viene evidenziato proprio dalla sua ex paziente che come hai ben riportato dalla malattia viene curata con successo da Jung attraverso le idee inizialmente di Freud il qual caso ben si prestava.

Nel film Jung si trova depresso verso la fine e questo non so se è una libera interpretazione non avendo letto niente in proposito.
La moglie cerca di aiutarlo addirittura parlandone la sua ex paziente e cercando il suo aiuto ben sapendo cosa vi è stato tra loro come un disperato tentativo e un aggiustamento, forse, dei propri sensi di colpa, per essere intervenuta come fulcro per l'interruzione dello stesso. Un modo di voler far ritornare le cose ad un momento in cui parevano peggio ma erano meglio di quello che stava vivendo.
Quindi un ritorno alla realtà di vita e di scelte che però hanno determinato una perdita di sè da valutare se poi fosse stata un bene o un male viste le conseguenze almeno nel film.

Preferirei però che la frase intedesse che quel qualcosa di imperdonabile lo rimanga nel senso di aver compreso l'errore e che di errore si fosse trattato.
Solo in quel modo lo vedo come dell'altra vita da vivere...la stessa vita e non un'altra. Un po' come ritrovare le motivazioni che si erano scordate/perse.
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Ultima modifica di griselda : 15-10-2011 alle ore 12.56.29.
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