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Vecchio 24-04-2009, 19.59.12   #11
luke
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Anche la sofferenza annichilisce come la gioia se non vissuta. Vedo più che non sappiamo vivere la gioia bene come la sofferenza.
Vediamo tantissima gente che cammina per strada con enormi sofferenze represse o nascoste sotto tonnellate di telefonini e vestiti e sorrisi del momento senza vivere nulla di ciò che gli accade.

Quel che vedo io è che la sofferenza ci porta giù e giù, ci permette di osservare il nero, il buio lo sopportiamo meglio che la luce. La spinta che da la gioia è davvero troppo oltre la capacità di reggere di un corpo umano normale.
Pensiamo ad un Santo, San Francesco era la Gioia quando cantava al fratello Sole. San Francesco sapeva usare la gioia e la tollerava. Madre Teresa aveva degli occhi luminosi e felici, non c'era sofferenza.
Se dovessi dare una direzione alle due tendenze direi che la sofferenza è orientata verso il basso e la gioia verso l'alto e non riusciamo, possiamo, andare troppo in alto, ma verso il basso si perchè siamo materia. Alla fin fine credo che abbiano la stessa potenza, ma una possiamo usarla da subito e l'altra no.
Noi ci esercitiamo a sopportare la sofferenza sempre più, sempre più e ci teniamo in movimento, come dice Nike, perchè andando sempre più a fondo prima o poi sbuchiamo dall'altra parte e cavalchiamo anche la gioia. Alla fine i due estremi si devono toccare.

Gesù.... e come si fa a parlare di Lui... credo che la sua sofferenza fosse gioia nell'andare incontro alla Volontà del Padre che è una con la Sua. Ma come si fa a fare delle ipotesi su questo...

Ho scritto due minuti fa nel topic sulla felicità e adesso già sento il bisogno di dire qualcosa in questo dedicato alla sofferenza

Partendo dall'intervento di Sole, sopratutto la parte che ho evidenziato, volevo chiedervi se, secondo voi, esercitarsi a reggere i momenti di sofferenza, serva anche ad allenarsi a reggere e sostenere meglio i momenti, in genere più rari, di felicità o soffrire può farci solo abituare a soffrire "meglio"?

E' come chiedersi se uno che ha vissuto per un periodo in un luogo con 50 gradi sotto zero venisse rapidamente portato in un posto caldissimo, cosa accadrebbe? Schiatterebbe subito oppure il suo fisico ( e tutto il resto) si sarebbero già temprati e adattati in modo da poter resistere in una condizione sempre avversa ma opposta?
Io ancora non sono riuscito a trovare una risposta definitiva.

Ultima modifica di luke : 24-04-2009 alle ore 20.02.29.
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