Visualizza messaggio singolo
Vecchio 25-04-2009, 12.48.32   #12
Ray
E' praticamente nato/a qui
 
L'avatar di Ray
 
Data registrazione: 10-08-2005
Messaggi: 7,218
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da luke Visualizza messaggio
Ho scritto due minuti fa nel topic sulla felicità e adesso già sento il bisogno di dire qualcosa in questo dedicato alla sofferenza

Partendo dall'intervento di Sole, sopratutto la parte che ho evidenziato, volevo chiedervi se, secondo voi, esercitarsi a reggere i momenti di sofferenza, serva anche ad allenarsi a reggere e sostenere meglio i momenti, in genere più rari, di felicità o soffrire può farci solo abituare a soffrire "meglio"?

E' come chiedersi se uno che ha vissuto per un periodo in un luogo con 50 gradi sotto zero venisse rapidamente portato in un posto caldissimo, cosa accadrebbe? Schiatterebbe subito oppure il suo fisico ( e tutto il resto) si sarebbero già temprati e adattati in modo da poter resistere in una condizione sempre avversa ma opposta?
Io ancora non sono riuscito a trovare una risposta definitiva.
Secondo me si, aumentare la resistenza alla sofferenza corrisponde all'aumentare la resistenza alla gioia (di più... secondo me l'attira). Quello che non condivido del tuo esempio è la questione del caldo/freddo, anche se sottolinea come vediamo gioia e sofferenza come opposti.

Tuttavia, chiunque abbia fatto esperienza di gioia e di sofferenza potrà constatare come entrambe siano assimilabili al caldo.
Sofferenza è tensione... differenza di potenziale... energia. Stessa cosa la gioia. Se la gioia supera un determinato livello diventa sofferenza, può provocare proprio dolore, anche se magari un po' ci piace.

In realtà credo che qualsiasi cosa possa diventare sofferenza se supera il nostro grado di tolleranza... anzi no, se si avvicina ad esso, se lo supera ci rompiamo.
E probabilmente la sofferenza è proprio solo questo... ossia qualcos'altro giunto ad un livello di difficile tollerabilità. Per questo aumentare la resistenza ad essa ci apre nuovi mondi... apre nuovi mondi in noi (campi di esistenza) per cose che prima chiamavamo sofferenza e poi chissà, magari anche gioia.
Ray non è connesso