Visualizza messaggio singolo
Vecchio 10-03-2008, 18.41.14   #7
dafne
Cittadino/a Emerito/a
 
L'avatar di dafne
 
Data registrazione: 24-09-2007
Messaggi: 3,630
Predefinito proviamo

Oramai mi sono resa conto che non ha più una grande importanza sapere se sono ricordi o sogni molto vividi per cui, provo a raccontare.
Il primo sogno che ho fatto che si è ripetuto nel tempo è stato sognare di essere nel medioevo, penso così per il tipo di vestito che indossavo, ricordo le lunghe maniche fatte come a farfalla, il busto stretto, i colori vividi e l'acconciatura strana che avevo. Ricordo di essere come in una torre, in alto appoggiata ad una balaustra di legno. Ricordo che guardo giù e i miei occhi si riempiono d'orrore perchè in basso c'è un uomo nudo legato ad un tavolo, ricordo la luce cupa e ricordo le sue grida mentre un maniaco usa dei coltelli per ferirlo, ricordo anche vagamente l'arredamento della stanza mista di legno ferri da tortura grosse funi di corda e un pavimento strano che non saprei dire se di pietra e terra o solo terra battuta. Ricordo bene un uomo che mi è di fianco e che mi dice che posso far finire tutto quell'orrore, l'uomo che stanno torturando è il mio amore il mio amante non so, so che il personaggio di fianco a me mi sussurra all'orecchio che devo solo dire si. Io non vorrei fare quella cosa che mi stà chiedendo ma l'orrore che ho negli occhi è troppo grande. Dire di si significa tradire qualcuno o qualcosa ma sò per certo che tortureranno l'uomo sul tavolo fino allo sfinimento senza farlo morire finchè non dirò di si. Se dirò di si invece probabilmente lo terrà in vita anche solo come assicurazione che io non cambi idea. Mi dà ancora i brividi pensare al dolore di quell'uomo, ai muscoli che si contraggono per il dolore, al suo sguardo annebbiato e alla profonda certezza di commettere un terribile errore a dire si.
Ma dico si e l'uomo a fianco a me cerca di trascinarmi via.
Ricordo il movimento dei miei capelli mentre mi afferra per un braccio e ricordo di avergli detto che volevo vederlo libero. Poi le cose si fanno confuse ma il tavolo della tortura è li davanti ai miei occhi e anche una specie di ruota gigante, non so forse era un mulino, boh sinceramente non ricordo ma ricordo le mie lacrime, il senso di nausea, la stoffa del vestito l'odore di fumo di quell'ambiente, gli occhi ghignanti del mostro che stava torturando e il mio senso di vuoto dopo il si.
Un altro sogno che si è ripetuto per un pò è un sogno nel sogno, nel sogno lungo che ho postato tempo fà mi trovavo davanti a una caverna e la vista si annebbiava, non ho scritto allora cosa sognai ci provo ora.(non ho in mano il mio diario, voglio vedere quanto ricordo)
Ci sono grida e pianti, siamo attaccati, il nostro villaggio è attaccato dai barbari, mi stò arrampuicando sulla collinetta verde per cercare nella confusione i miei due figli,urla di donne e pianti di bambini..arrivo in cima giusto per vedere il secondo dei miei figli cadere in ginocchio mentre l'altro è già steso in una pozza di sangue, ho una spada in mano e so come usarla, il mostro che ha ucciso mio figlio mi è già addosso la sua spada su di me e io pronta a difendermi quando i nostri sguardi si incrociano. Non dimenticherò mai quello sguardo, non è il colore degli occhi ma il respiro che si ferma e lo stupore che dilaga..una frazione di secondo di immobilità che pare una vita, siamo inchiodati uno negli occhi dell'altra,mi capita di pensare "no, non tu, non così, non adesso"o qualcosa del genere poi le grida e le spinte ci riportano nel caos, riesco a pensare che quel momento dii esitazione è il momento per colpire, sono stata addestrata a farlo ma la mia spada (più che una spada è un coltello lungo) rimane ferma come la sua. Vigliacca. Sono una vigliacca non ho ucciso il nemico, sono in sua balia, ho perso ogni forza, mi trascina in una capanna, un suo compagno cerca di buttarsi su di me ma lo spinge via. Sono la sua preda. Non riesco a reagire il suo sguardo m'inchioda, mi mette sul suo cavallo e mi porta al suo accampamento. Resto nella sua tenda mentre fuori sento che festeggiano. Sono una nullità, potevo ucciderlo, lui, il nemico, eppure non posso non sentire questo sentimento dentro che mi sconvolge l'anima. Rientra nella tenda, sento che mi guarda poi si stende e si gira per dormire, adesso potrei uscire, potrei cercare di fuggire, mi ucciderebbero di sicuro ma non posso, all'improvviso ho paura di morire, all'improvviso ho un motivo per restare, mi faccio schifo, ho tradito tutto ciò in cui credevo, la mia famiglia i miei figli e resto li, immobile, ad ascoltare il suo respiro, a sentire il suo odore. E so che neanche lui dorme, anche lui è tormentato dai suoi pensieri, lo so. Ad un certo punto si solleva di scatto e mi guarda, ecco si uccidimi ti prego ma si alza e mi prende per un braccio, usciamo dalla tenda e c'è una grande luna nel cielo, m'incanto a guardare i riflessi della luna sulla sua pelle, seguo le linee dei suoi muscoli mentre cammina avanti a me sempre tenendomi per un braccio, finchè arriviamo sulle sponde di un fiume.C'è un grande albero e dei grossi sassi sulla riva, mi lascia li, in piedi e si allontana..mi vien da piangere, non posso tornare non te ne rendi conto? ho perso la mia dignità, il mio spirito guerriero, anche se non mi hai avuta la mia dignità è persa non ho cercato di ucciderti e non ho rinunciato alla mia vita. Guardo l'acqua e all'improvviso ci entro, l'acqua fresca dà un pò di sollievo alla mia anima tormentata, la corrente non è fortissima e il freddo dell'acqua mi aiuta a calmarmi. All'improvviso mi rendo conto che è li, vicino a me, quegli occhi, parlano ai miei senza bisogno di parole in un linguaggio sconosciuto eppure chiarissimo, il rumore dell'acqua e il vento portano via tutti i ricordi del mondo conosciuto e restiamo solo noi fino alla luce del mattino che ci coglie ormai esausti e completamente persi. Lo leggo nei suoi occhi lo stesso misto di sentimenti che c'è nei miei. Mi lascia lì e torna all'accampamento senza voltarsi indietro, le spalle curve, guerriero che si è macchiato dell'onta di aver fatto fuggire un prigioniero. E io? Io tornerò a casa con l'onta di non aver combattuto, violata e con la consapevolezza di amare un uomo che dovrei odiare con tutta me stessa. Torno a casa e oltre al danno la beffa, sono incinta. Tradizione vuole che il bambino nasca e venga sacrificato alla prima luna. Sento questa vita crescere e quando nasce non ce la faccio, è troppo, scappo dal villaggio con il piccolo e vivo come una nomade senza casa e carica di risentimento e di dolore per come la vita mi ha preso in giro. Poi all'incirca quando il piccolo (o la piccola) ha tre anni trovo una coppia di anziani in una piccola, boh, fattoria? So solo che sono stanca e l'odio e il risentimento hanno consumato la mia gioia di vivere. Lascio il bambino alla coppia anche se sono un pò anziani, bacio i riccioli di mio figlio e me ne vado, senza voltarmi indietro mentre il piccolo mi chiama a gran voce. Mi strazia il cuore ma posso solo insegnargli odio e dolore e non deve essere così. La cosa curiosa è che ricordo bene la sensazione di aver camminato tantissimo, i sassi sotto le suole di una specie di sandali di corda e il senso di vuoto.Devo essere morta da sola.
Questo è quanto ricordo, lo sò che il tono di entrambi è melodrammatico ma non prendetemi in giro li ho vissuti e li vivo ancora così per cui... vediamo che ne esce
dafne non è connesso