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Vecchio 10-03-2008, 10.23.31   #11
dafne
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Non parliamo di lavoro, vorrei parlare sul fatto che volendo o meno tutti, fosse anche due giorni fa avevamo un'idea di quello che saremmo stati oggi o che avremmo fatto oggi.
In alcuni casi l'idea si è concretizzata, in altri no, in altri ancora ci siamo sorpresi di qualcosa che non pensavamo mai possibile ed è successa, in bene o in male (beh la prima sorprende di più).
Alla luce delle proprie esperienze (che non è che vadano esposte, si può volendo ma non è importante questo ora) avete individuato i meccanismi che hanno permesso o meno di realizzare qualcosa e come è stato possibile che alcune cose vi abbiano sorpreso... come non avete potuto averne il sentore?
Una bella serie di domandine complicate capo eh?
Dunque, cominciamo da quel "tutti avevamo un'idea di quello che saremmo stati o avremmo fatto oggi". Io credo di appartenere a quella categoria di persone che sapevano più o meno cosa avrebbero fatto ma non tanto cosa sarebbero stati. Nel senso, non ho mai avuto una chiara idea di me o forse l'idea che avevo è sempre stata sepolta sotto a una miriade di "ma sarà così? E' giusto? sbagliato?" etc La cosa più buffa è che, in genere, le cose su cui mi sentivo più sicura sono le prrime che sono crollate o che hanno vacillato, una dura prova alla quale sono sopravvissute solo le convinzioni davvero mie e non quelle che avevo assorbito dagli altri. Fantastico a pensarci, ho passato anni a raccogliere le impressioni e le sensazioni degli altri e adesso mi tocca ricominciare proprio rimettendo in discussione quanto ho appreso. Allora, oggi ce l'ho una vaga idea di me, ho rinunciato per il momento a definirla, preferisco accettare di essere in tanti modi e osservare quei tanti modi per capire quali sono quelli dove mi sono ancorata e quali quelli che non ho ancora sperimentato. Un esempio? Due persone diverse mi hanno detto cheho una memoria eccezzionale. ma se non mi ricordo quasi neanche cos'ho mangiato ieri sera?? Eppure sono entrambe persone che parlano solo quando sono sicure di ciò che dicono,e su tutto il resto che mi han detto mi ci sono ritrovata eccome, anche nelle cose che teoricamente non potevano sapere...allora, un errore su un monte di cose giuste o sono io che ho trascurato una parte di me perchè mi sono autoconvinta,ascoltando anche gli altri, che non ho memoria, che sono distratta? Forse anche perchè mi piace l'idea romantica dell'artistoide distratta che ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei (sempre lì si torna) Quindi forse uno dei meccanismi che citi capo Uno è proprio questo, il crearsi una visione interiore di come siamo, basato più sulla raccolta di informazioni esterne che interne e l'aggrapparsi a queste idee ostinandosi a riprodurle..Mi ha sorpresa molto sentirmi dire per la seconda volta che ho una memoria incredibile, così come mi stupì tempo fà sentirmi dire che ho una volontà di ferro. Poi uno si guarda dentro e fa la somma dei casi in cui ha davvero deciso e agito per quello che voleva e..ops...si, questa cosa diventa non solo possibile ma, incredibilmente e sorprendentemente, lo si sapeva anche.
Com'è possibile che alcune cose sorprendano? Credo che dipenda dal fatto che ci conosciamo pochissimo e che quando qualcosa che ci sembrava impossibile accade allora si prende come un grosso respiro, ci si rende conto di aver vissuto in una stanzetta con le finestre sempre ermeticamente chiuse e la ventata di ossigeno è un qualcosa che spiazza per un momento. La maggior parte delle volte richiudiamo la finestra che si è aperta perchè fà freddo e pensiamo che ci farà ammalare, d'altra parte uno dei proverbi che ho sentito più spesso nella mia vita è "chi lascia la strada vecchia per quella nuova sà quello che perde ma non sà quello che trova", potrebbe anche trovare il tesoro ma oramai nell'accezione popolare prendere la strada nuova è simbolo di perdita di guai di imprevisti...quanto ci perdiamo così?
Anche questo forse è un altro meccanismo, il vivere gli schemi e i pensieri di chi ci ha preceduto, pensando che siano quelli gli unici possibili.
Mah, forse sono andata completamente fuori tema, chissà, ma ieri sera mi è successa una cosa strana, forse andrebbe bene in esperienze ma anche qui ha un suo senso. E' una settimana che tra fine lavoro, corse in giro a inps ecc, raffreddore e dolorini vari mi sento fuori fase. Sabato e domenica ho fatto una cosa che non facevo da mesi, ho messo mano al bancomat e ho fatto danni. Ora, ieri sera stavo un pò meglio, seduta davanti alla tv con il mio yogurt e i fiocchi di cereali mi sono improvvisamente resa conto di quello che facevo, ho guardato, ho visto il cucchiaino che girava i cereali nello yogurt, ho scelto fiocco per fiocco quale mangiare e mi sono resa conto di aver trascorso una settimana come in coma, avete presente quando vi svegliate ma non siete del tutto svegli? Quando i riflessi sono più lenti e, di solito, ci si fà un altro caffè per svegliarsi meglio? Ecco, la settimana è passata e io ero così, semisveglia, sapevo benissimo quando ho messo mano al portafoglio che stavo facendo male, così come la reazione (assurda e da sviscerare) di fronte al segnale di pericolo sia stata di spendere ancora di più, lasciando spazio all'ansia poi non trovando una soluzione per sistemare il danno fatto. Ieri sera invece, come oggi, sono "lucida" (curiosa espressione legata alla mente no?) sono consapevole sia di quanto ho speso, sia di quanto non avrei dovuto, sia del fatto che spendere e spandere è stato un modo per non pensare, un gioco di illusioni per cui ho tentato di dire a me stessa non preoccuparti andrà tutto bene. Un meccanismo di cui non ho ancora trovato le origini, forse un modo per esorcizzare una preoccupazione facendola accadere prima? Non so. Ma, per tornare in tema, mi ha stupito molto ieri sera mentre masticavo i fiocchi di cereali rendermi conto di quanto fosse calma la mia parte "sveglia", di come riuecisse ad elaborare il danno fatto e a pensare ai possibili modi per tamponarlo. Così come mi ha stupito molto la sensazione del "lo sapevo", sapevo che stavo sbagliando, eppure l'ho fatto lo stesso. Adesso è inutile piangere suil latte versato ma man mano che mi osservo mi accorgo che mi avvicino esponenzialmente al momento in cui il meccanismo s'innesca, mi spiego, più mi osservo e più mi accorgo prima dell'errore (qualche mese fà avrei potuto spendere e spandere per tutta una settimana prima di fermarmi) finchè, spero, arriverà il momento in cui sentirò la molla che stà per scattare e mi fermerò in tempo e poi, magari, riuscirò ad eliminare del tutto il problema.
Spero di non essere uscita troppo dai binari capo
dafne non è connesso