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Vecchio 12-12-2007, 21.05.54   #5
jezebelius
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Originalmente inviato da Astral Visualizza messaggio
Non intendevo che non sono tutte e due da condannare, intendevo dire che comunque occorre fare qualcosa per questi bambini, e secondo me , non è sufficiente purtroppo non comprare certi prodotti ( parlo di quelli che vengono sfruttati).

E' un argomento molto delicato.

Per quanto riguarda invece i nostri bambini (vostri ) sono daccordo con te, nel comprare determinati giocattoli che rispettano la loro sicurezza, e quella dell'ambiente.

D'accordissimo con Era ma anche con Astral quando dice che è un argomento delicato. La tragicità in questo settore è accompagnata dalla consuetudine al negativo che non è solo di questo ambiente ma, forse, rispetto ad altri si nota di più, in quanto più cruda, tangibile per il fatto che ci sono i bambini di mezzo.
Comunque, armi improprie o giocattoli?
Credo, cercando una sintesi, che si tratti di giocattoli che " rivestono" armi improprie per come costruite.
Non credo che non sia risolvibile, almeno con un po di buona volontà lo si potrebbe, ma certo è che la società moderna dovrebbe essere un po più sensibile a determinati argomenti. Ma qui come sempre si guarda sempre al proprio orticello anzicchè guardare l'insieme degli orticelli ed anche quel che c'è sotto l'orticello ( vorrei vedere se si mangia più una lattuga, bella e fresca, coltivata in un campo dove poi si scopre che è pieno di materiale radioattivo).
Una società sempre più rinchiusa in se stessa, a tratti orgogliosa di se e in diritto, molto spesso, di utilizzare chi gli pare per raggiungere fini economici e probabilmente soltanto quelli, è all'ordine del giorno.
E' molto semplice, per esempio, da parte di una multinazionale firmare trattati, convenzioni, accordi di programma contro l'utilizzazione dei bambini nel lavoro e nella produzione di quelli che sono i " suoi " oggetti, per poi andare in giro a spendere, sempre e solo per se stessa, questo interesse accumulato e casomai partecipare a programmi televisivi per " pubblicizzare " la buona azione realizzata, mentre dall'altro lato le aziende a cui quella multinazionale si rivolge usufruiscono di quella mano d'opera che la multinazionale "rifugge". In fin dei conti questo atteggiamento che porta con se il mercato lo conosciamo bene.
Non si tratta di prediligere la via del capitalismo o la via del comunismo( questo per dirla alla fine a chi si trova a leggere di passaggio ) ma semplicemente occuparsi di " Regole" da rispettare, e queste presuppongono, che alla base vi sia il Rispetto.
Allora niente più giocattoli " difettosi"che in conclusione per logiche di mercato, divengono armi, in quanto costruite senza il minimo rispetto per chi dovrà utilizzarli e niente più giocattoli per la cui costruzione, vi è una mancanza assoluta di rispetto per la persona umana, in quanto, talvolta per non dire nella maggior parte dei casi, i bambini e le donne rappresentano la mano d'opera trainante.
Alla fine se vogliamo possiamo anche trasportare il discorso al di la dell'economia trascendendo la logica di mercato, arrivando ad un punto di vista etico probabilmente.
La soluzione, secondo me, c'è ed è percorribile, come in tutto del resto. Basta volerlo. Ma se fino ad ora, da tempo, da anni, si è parlato " sempre " dello stesso argomento, parlandone solo appunto, vuol dire che qualcuno da ed in questa logica trae profitto e non ho certo scoperto l'acqua calda.
Forse allora, anche un po di coscienza e di attenzione, nelle famiglie e nei genitori che si catapultano, non solo per le feste di natale, all'acquisto di giocattoli servirebbe forse. Già una piccola presa d'atto, a mio avviso, avrebbe il suo peso.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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