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Vecchio 02-05-2007, 16.43.11   #14
Uno
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Mi concedete 5 minuti di apparente cinismo?
In realtà non sono cinico, vi sottopongo una versione nuda e cruda, senza voler addolcire l'amaro anche se mi rendo conto che persone depresse leggono o potranno in futuro leggere e magari pure offendersi.
Se uno è depresso (ma anche qualsiasi altra malattia) come giustamente fatto da notare da Faltea c'è una potenzialità in noi che proviene da molto lontano, la genetica riesce solo ad immaginare la cosa.... questa potenzialità si attiva, diviene attiva al giungere di determinate circostanze (ripeto per tutte le malattie non solo per la depressione) inizialmente esterne ma poi anche interne al soggetto.
Se sono predisposto a seconda della potenza di tale predisposizione dovermi alzare dal letto potrebbe essere una terza guerra mondiale, quando invece per un bambino (quasi qualsiasi bambino, tranne specifici casi che è inopportuno trattare adesso) è motivo di gioia in vista della giornata ricca di nuove cose...
Quindi un fattore scatenante in uno in altro potrebbe non significare nulla (o causare altri tipi di problemi) o addirittura essere motivo di crescita, di creatività o che altro... pensate per esempio ad un tracollo finanziario che potrebbe portar uno al suicidio ed un altro a ritrovare la gioia di vivere perchè era entrato in un circolo vizioso morto (solo un esempio).
Questo però determina che la parte più importante dell'intero processo, che sia anche solo l'un per cento... o per mille o uno su un miliardo.... ma è l'ultima parola è determinata dall'individuo... detto in altri termini è il famoso libero arbitrio che potenzialmente abbiamo tutti in pratica usiamo quasi mai nella vita.
Non sto dicendo che se uno è depresso (o altre malattie/problemi) lo vuole... è ovvio che nessuno facendogli tale domanda risponderebbe di volere una tale cosa... ma non esiste cosa impossibile al mondo per quanto fantascientifica possa sembrare questa mia affermazione, è soltanto una questione di risorse disponibili e dedicate ad un qualcosa da fare/risolvere... e il modo con cui si dedicano ovviamente.
Quindi, spesso sento parlare di persone che prima dalla medicina ufficiale, poi da quella alternativa, poi in giro per il mondo in chissà quali modi diversi "cercano" di guarire senza risultati... i fattori sono molteplici, ma potrei riassumerli in un unico punto, non usano quell'un per cento, per mille, per bilione di possibilità che hanno per rovesciare la situazione.
La ricerca incessante che viene fatta da chi non si lascia andare è quasi più per accontentare gli altri, per sentirsi a posto con la coscienza "ci ho provato" ma mettendo quella foga che nessun risultato permette, foga dovuta al fatto che "se sta cosa s'ha da fare facciamola", quindi si cerca un risultato velocemente e se non arriva si passa all'altra soluzione, due minuti e via con la prossima... ma mai fermandoci a guardarci realmente... a chiederci: "come posso saltarne fuori realmente per Me, perchè io lo Voglio?
Scoprendo poi che non c'è una risposta... è sufficiente farci la domanda con sincerità.
A quel punto la cura potrebbe essere anche un giro di casa, un viaggio, un'ora al giorno in chiesa, una medicina, un piatto di minestra o che altro.....
Ma se non si muove quell'un per cento, per mille etc etc... neanche la clonazione del corpo potrebbe guarirci... avremmo un corpo provvisoriamente sano ma destinato a tornare a capo all'incontro del primo fattore scatenante....

Potrei porre la questione dal punto di vista scientifico (anche se la Scienza moderna non accetterebbe la "mia" versione) parlando del dna e di come anche se la scienza adesso non ha poteri a dado tratto (a dire il vero neanche prima di tirare il dado, può solo decidere di giocare o no la partita), a noi non è preclusa la cosa... ma mi sono anche troppo allungato e credo sia meglio riservare tali cose per altri discorsi.


Ah... in noi in dosi e percentuali variabili (dipendenti dal percorso genetico) sono presenti le potenzialità di qualsiasi malattia... siamo un bel vasetto di Pandora , sta a noi tenere il tappo chiuso o scatenare qualche disastro (per noi e per chi è più vicino)
Uno non è connesso