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Vecchio 26-10-2009, 13.24.57   #8
Uno
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Citazione:
Originalmente inviato da Grey Owl Visualizza messaggio
Un Dio si trova al vertice di una piramide, sotto di lui la sua emanazione, come in una caduta a pioggia tutto gli appartiene in quanto parte della sua manifestazione.

Un Dio è irraggiungibile essendo al vertice, esso vede tutto dall'alto della sua posizione. Per raggiungerlo bisogna salire la piramide e sono sempre meno gli elementi che compongono la piramide verso il vertice.
Non è possibile essere a fianco del Dio in quanto esso è assoluto, è al vertice.
Se accadesse di trovarsi a fianco di un Dio ciò vorrebbe dire che saremmo due Dei e sopra ci sarebbe il Dio assoluto (al vertice).
In realtà no Grey, Dio è tutta la piramide altrimenti non sarebbe Dio.
Il discorso sulla piramide come simbolo lo affronterei altrove, qui rimarrei al discorso filosofico fuori da ogni Tradizione.

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In altro 3d sta uscendo il discorso infinito, in effetti, sempre filosoficamente parlando, senza dare connotati di una religione o un'altra, il dio è infinito (fosse pure un dio non assoluto come quello dell'esempio) mentre ciò che è che rende questo un dio è finito.
Lo scrittore dell'esempio sopra può scrivere qualsiasi tipo di romanzo. Nella sua mente chissà quante idee, manifestate solo quando messe nere su bianco e pubblicate. I lettori leggono un libro per volta ed a volte (spesso) neanche tutti i libri di quell'autore.

Certo, filosoficamente parlando questo apre un'altra prospettiva che io tentai di esternare tempo fa ma è rimasta un pò oscura. Quel dio scrittore se non pubblica o se riesce a pubblicare ma nessuno legge i suoi libri, rimane un dio potenziale ma non manifesto.
Il discorso si allarga sul tipo di argomento che tratta in determinati libri, la lingua usata etc..

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Accenno solo brevemente (poi lo riprenderei più a fondo, ma intanto ci si può iniziare a pensare) al concetto espresso sopra da Filo
Citazione:
Mi piacerebbe pensare che il dio scrittore nel suo romanzo abbia messo anche me, magari in una piccola parte, la comparsa di una riga, sarei comunque parte della mente di quel dio scrittore, sì perchè, per un momento seppur breve, avrebbe posto l'attenzione su di me, come creatura umana, come umanità...intendo!
lo scrittore non può mettere me direttamente in un suo libro, altrimenti non avrei io una vita reale e sarei solo una idea scritta nero su bianco, però lo scrittore narrando le sue storie può (se io voglio) ispirare la mia vita.
(questa parte io la riprendo dopo, ma se volete potete pure espanderla)
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