Discussione: Criminale = malato?
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Vecchio 07-12-2009, 03.31.29   #8
Ombra
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Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio
A me lascia un po' perplessa questa frase, posto che son d'accordo con Daf e penso anche io che potenzialmente siamo tutti criminali, mi chiedo da sempre cosa scatti nella testa di chi commette crimini gravi come ad esempio un omicidio.. e ho sempre pensato che in effetti ci sia qualcosa che non va in quei momenti, una specie di black out che fa arrivare a certe situazioni non più risolvibili..

Questo pero' secondo la legge sarebbe un'attenuante, l'incapacità anche temporanea di intendere e volere (poi c'è il fatto che più agiamo meccanicamente e meno siamo in grado di volere, dunque teoricamente ancora più a rischio di commettere dei crimini..), se chi commette un crimine è sempre un malato, allora nessun crimine nemmeno quello più efferato sarebbe da condannare con il massimo della pena. E qui c'è qualcosa che non mi torna... perchè nessun uomo e per nessun motivo al mondo ha il diritto per esempio di togliere la vita ad un altro uomo, e credo che in casi come questi alleggerire la pena, sia in un certo senso come uccidere una seconda volta la vittima..

E poi quei casi in cui vengono premeditati (si suppone lucidamente) i crimini più atroci? anche questo è da imputare alla malattia?
Secondo la psicologia i valori morali sono presentati all'Io dal Super-Io. Quando il super-io è debole l'io è molto più libero di agire. Se si pensa a quella malattia di cui parla dostoevskij in questi termini, allora è palese come solo pene molto alte possono far desistere un Io, non più controllato dal super-io, dal commettere dei crimini. Infatti l'io per mantenere intatta la propria libertà è costretto a fermarsi e pensare a cosa sta andando incontro. Quindi secondo me è vero il contrario anche se molti psicologi e giudici tendono a chiudere un occhio sul comportamento del malato. Perchè a queste persone (non avendo più un fermo controllo interiore) si può opporre, solo un ferreo controllo esteriore.

Da un punto di vista psicologico sono in accordo con ciò che dice dostoevskij, e cioè che il criminale è sempre malato (nel momento in cui compie il crimine), perchè per una qualche ragione in quel momento il controllo del super-io è venuto meno. Quindi, o si cerca in qualche modo di creare cittadini con una fortissima moralità, o si impone un controllo esterno in sostituzione di quello interno che per qualche motivo, è venuto a mancare.
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