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Vecchio 14-04-2009, 18.51.19   #17
Ray
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Cito Nike ma parlo con tutti, banalmente (ed incomprensibile, mi rendo conto, ma ora lo metto giù sintetico) arriviamo alla realtà oggettiva quando nulla di ciò che osserviamo è in grado di far uscire una nostra aspettativa basata su ripetizione.
Nike vede solo il quadro e poco la stanza perchè si aspetta qualcosa dal quadro, vuole vedere dal quadro quello che si aspetta il quadro possa trasmettergli. Il computer non si aspetta che gli trasmetta nulla perchè con i computer vive di ricordo, cioè delle esperienze precedenti in cui mai i computer gli hanno mai dato qualcosa di interessante per il modo di essere che lui era.

Se Nike entrasse in una stanza dove ci sono due oggetti strani e sconosciuti a lui, magari studiati anche in modo tale che forma, colori etc... non gli ricordino nulla o che lui non li associ a nulla... Nike li vedrebbe entrambi come una prima volta che vede qualcosa.

Ora abbiamo parlato di oggetti diversi, ma anche sullo stesso oggetto funziona allo stesso modo, la sedia potrà avere delle parti percettive che più per noi sono nuove ed altre che sono già "fatte"... questo ci impedisce di vedere oggettivamente, la mente filtra quello che crede di conoscere già.
Bene. Così se ne esce. Whew.

Questo presuppone tuttavia un elemento che non avevamo consdiderato... ossia la potenziale "neutralità" del campo percettivo.

Se costringiamo (e nelle "prime volte" è costretto da solo) il campo a non metterci del suo, ecco che abbiamo un contatto con l'oggettivo. Poi dopo magari la rappresentazione avrà un che di soggettività (oppure anche no), ma in ogni caso essa perturberà il campo dall'interno rendendolo soggettivo quando esso percepirà altro.

Questo però pone un'ulteriore conseguenza. Esiste un lasso (diciamo di tempo, ma è un processo) nel quale raffrontiamo il percepito con l'interno, diciamo la memoria, per poter associare il percepito a rappresentazioni già fatte... evidentemente farne altre costa più energia, ma anche impone nuove connessioni.
Questo significa che tutte le percezioni sono oggettive, almeno fino a che questo processo ha termine (bon, microsecondi, ma non ha importanza ai fini del discorso).
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