Discussione: Ora et labora
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Vecchio 25-12-2008, 01.53.37   #18
jezebelius
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Paradossalmente credo che invece sia più semplice meditare assieme col lavoro, almeno per alcuni tipi umani.

La mia esperienza in materia è ancora molto superficiale a frammentaria tuttavia, se parliamo di una meditazione appena decente, o se parliamo di vera meditazione nel senso di uno stato meditativo/contamplativo diciamo da raggiungere e mantenere, mi pare che, in linea di massima, sia molto più il tempo in cui si cerca di raggiungere e/o riraggiungere lo stato che il tempo in cui vi si permane davvero. Questo almeno fino a che non si ha una capacità ben consolidata e non solo una buona potenzialità.

La sola meditazione, come unica attività, risulta forse più difficile della stessa unita al lavoro corporeo. Primo perchè facendo lavorare il corpo si riducono di molto le istanze distraenti che da lui pervengono o che pervengono dalla mente tramite lui, secondo perchè è un buon riequilibratore e indice di stato. Appoggiandosi ad esso è più facile riprendere uno stato silenzioso se interrotto. Inoltre - e forse qui una parte del "valore aggiunto" - una volta acchiappato un certo equilibrio tra le due cose, una alimenta l'altra, si poteziano a vicenda, usandosi l'un l'altra come trampolino. E anche più semplice sentire gli eccessi, per esempio corporei... se si spinge troppo col "labora" e il corpo frena è più facile regolare e così via.
Limitata la mia esperienza anche, ma tuttavia credo che tu abbia ragione.

Soffermandomi sul " Pregare " e dunque sulla " Preghiera " in fondo penso che di un particolare stato contemplativo e meditativo si tratti.
Penso che sia difficile permanervi ma ancora di più raggiungerlo.
In quello stato forse si può anche dire di percepire in maniera differente tutto ciò che gira intorno, come avere una porta aperta su una visione diversa, per una visione diversa, altra, rispetto a quella sempre tenuta.

Aggiungo che probabilmente, per questo, si tratta non di preghiera " semplice " - intendendo con ciò la ritualità della preghiera stessa pur con un fine assai simile - ma di un posto, una dimensione in cui immergersi ed essere immersi, mentre, appunto, si lavora.
Il tutto, insomma, pur volgendo l'attenzione ad un lavoro, ad esempio, ma questa pur sempre generata da un'attenzione, come dire, superiore, più in alto.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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