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Vecchio 27-01-2011, 15.31.14   #1
diamantea
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Predefinito Il mercato del giovedì

Raccolgo l'invito di Uno e apro il 3d, è da tanto che ci penso a farlo


Fin da bambina nel mio paese il mercato è sempre stato di giovedì, in diversi rioni ma la caratteristica è sempre quella delle bancarelle e dei venditori urlanti.
Da piccola andavo con la nonna, a lei piaceva tanto cucire i vestiti per noi, per le bambole, rifinire salottini, cuscini, abat-jour, abiti di carnevale e molti altri lavori di cucito. Non era sarta ma aveva imparato dal marito che sarto lo era di professione, ma lei tagliava a occhio, senza modello.
Al mercato andava essenzialmente per cercare scampoli di stoffe varie per confezionare di tutto. Poi felice a casa si metteva subito all'opera con la sua vecchia ma funzionante Singer, quella con la ruota e il pedale.
Io andavo con lei quando non c'era la scuola, mi affascinavano le bancarelle piene di tutto, e soprattutto mi facevano ridere gli urlatori, sembrava di stare a teatro.
Si passava tanto tempo a cercare fra i tanti tagli di stoffe messe alla rinfusa, come piccole montagne dove le donne si riunivano a rovistare come le galline quando beccano il mangime e con le zampe scavano .
A volte le donne prendevano lo stesso scampolo e bisticciavano fra loro a chi lo aveva preso per prima. I venditori quasi tutti uomini sembravano godere di queste liti che sedavano facendo da paciere, distraevano lo sguardo dal pezzo conteso offrendo altre stoffe più interessanti.
Era un chiacchiericcio assordante, ognuno aveva la sua strofa tipica per vendere la sua merce, era uguale di giovedì in giovedì. Le postazioni assegnate rendevano subito rintracciabile la bancarella per eventuali cambi la settimana successiva.
Poi c'era il camion con le pentole o attrezzi da cucina dimostrati da un signore con il microfono, tipo televendita. Quello mi piaceva di più, portava le novità dal nord e vi si riuniva tanta gente ad ascoltare e poi compravano, magari a casa si scopriva che non era tutta questa meraviglia come la intendevano loro ma intanto era una novità.
Non mancava poi la bancarella con le cartoline della guerra, quella con i soldati e le donne che si scambiavano baci, saluti e frasi d'amore. Erano in bianco e nero ma anche colorate a mano. Vi si trovavano anche giornaletti di ogni genere.
D'estate c'era il carrettino con le gazzose fresche e la granita di limone con l'inciminato croccante, i lupini sistemati in una cesta e legata al portapacchi della bicicletta, poi nella vecchia Vespa.
Mi ricordo pure dell'arrotino che molava forbici e coltelli, anche la nonna li portava per farli molare.
Poi vi era il reparto alimentare, dalla frutta e verdura fresca ai formaggi, soprattutto pecorino ed altre cose ancora.
Insomma, si ritornava a casa carichi di buoni acquisti messi nella borsa a rete della spesa, allora non c'erano i sacchetti di plastica, la nonna teneva le belle sporte da spesa, si ammiravano a lungo anche con le vicine.
Nel pomeriggio già la nonna ci prendeva le misure e subito si metteva all'opera, compito mio era sempre di infilare l'ago con il filo d'imbastitura o l'ago della macchina da cucire, la nonna non sempre "smirciava bene"!
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