Discussione: Criminale = malato?
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Vecchio 12-12-2009, 12.53.49   #50
Ray
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Provo a rispiegare il mio pensiero aggiungendo un punto di partenza diverso, magari risulta più chiaro.

Se è vero che in ognuno di noi c'è potenzialità di crminale e anche di persona onesta, e su questo mi pare che tutti concordiamo, allora dobbiamo dire che il totalmente criminale e il totalmente onesto sono due estremi, due polarità attrattive, che però sono fuori dalla funzione, sono limiti. In mezzo ad essi, nelle infinite possibilità di mescolanza tra le due cose, negli infiniti punti di questa retta (ai cui estremi c'è Crimine e Onestà assolti) si muovono sei miliardi di essere umani.

La disposizione è la direzione in cui si muovono, se verso l'uno o l'altro degli estremi. Quello che sono invece è dato dal punto in cui si trovano in quel momento, più o meno vicino ai punti estremi. La serie di movimenti che hanno fatto, magari su e giù, è la loro storia, la somma delle loro esperienze e scelte in merito, che non possono essere cancellate e che danno come risultato il punto in cui si trovano, ma anche la direzione e la velocità con cui si muovono.

Vogliamo chiamare criminale chi sta più vicino,di poco o molto, all'estremo crimine? O chi, indipendentemente dal punto in cui è, si muove verso quell'estremo? O meglio: Se sono oltre metà, cioè più verso l'estremo "crimine" sono criminale, ma la direzione verso cui mi muovo mi dice come sto cambiando. Se vado in direzione opposta prima o poi passo la barriera e sarò più vicino all'altro estremo. In quel momento sono un ex-criminale, ma il criminale esiste ancora in me, in parte come effettivo (non sono al 100%) onesto, in parte come potenziale (quello che mi manca per il 100%). E ovviamente viceversa.

Non è proprio proprio come la intendevo, ma forse è più facile da comprendere per qualcuno.
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