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Vecchio 08-09-2010, 22.33.13   #170
Telemaco
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Anche se ne stiamo parlando dall'altra parte in un altro modo forse posso chiarire questo punto di vista, se poi sbaglio mi si correggerà.

Non tutti i reset non avvengono per volontà. Certamente il primo e certamente tutti quelli che sono analoghi al primo, ossia tutti quelli che, pur non essendo il primo, agiscono sullo stesso livello perchè il primo non è stato colto.

In pratica questa visione delle cose prevede uno stato, come dici tu, di soggezione alla meccanicità ma con una presenza, in potenza, della possibilità di scegliere. Tuttavia questa possibilità non è costante, ma si presenta ad un determinato momento e in determinate circostanze (anch'esse legate alla stessa meccanicità... in pratica c'è un virus in essa). E' stata chiamata reset questa possibilità o l'insieme delle concomitanze.

Quando questo evento si presenta l'individuo che lo subisce ha la possibilità, per un breve lasso di tempo, di agire in modo non meccanico. Può cogliere l'attimo o meno, in ogni caso, cogliere l'occasione determina la formazione di un nucleo interno di ulteriori possibilità. In pratica alimenta il virus, innesca un processo di crescita delle possibilità. Quando, anche in seguito ad altri reset non volontari ma comunque qualitativamente superiori innescati dal primo atto, il nucleo è sufficientemente forte è possibile indurre altri reset volontariamente.
Insomma si sta parlando della possibile nascita e crescita della capacità di scegliere, o di Fare, all'interno di un individuo che, fino a quel momento, non la possiede anche se è convinto di si. Insomma è grossomodo la visione gurdijeffiana.

Provo a produrre un immagine esemplificativa, consapevole dei limiti che potrebbe presentare:
viviamo in unn fiume, sott'acqua, e siamo soggetti alle correnti. Sparsi qua e là ci sono degli scogli, alcuni dei quali affiorano. La corrente, ossia le leggi della meccanicità a cui siamo del tutto soggetti, per loro stessa natura, ci portano periodicamente a sbattere contro uno scoglio. Quello è il reset.
Se riesco ad aggraparmici modifico qualcosa. Per il tempo che mi ci aggrappo, pur restando soggetto alla corrente, lo sono di meno, posso resistere.
Anche se poi torno sott'acqua adrsso so che ci sono gli scogli e che alcuni affiorano... ho dato un'occhiata.
Le volte successive potrei essere sempre più pronto e addirittura riuscire ad arrampicarmi su di uno scoglio e uscire momentaneamente dalla corrente. Magari per poi tornare in acqua, magari con la possibilità di nuotare e indirizzarmi verso altri scogli utili che adesso vedo.
Quando sono in grado di saltare da uno scoglio all'altro senza cadere sono libero.
OK prendo appunti e quello che segue è quanto credo debba aggiungere al mio riassunto di partenza:

1 Non tutti i reset non avvengono per volontà.
2 Solo il primo non è volontario o quelli successivi se i precedenti non sono stati colti.
3 La capacità di scegliere è una caratteristica “ in potenza” e quindi non è normalmente manifesta nell’uomo inconsapevole che è assoggettato alla meccanicità.
4 Questa potenzialità si presenta in concomitanza di determinati eventi e quindi non è presente in modo costante.
5 Quando il primo evento si presenta l’uomo normalmente lo subisce.
6 L’evento, seppur subito, gli consente di agire non meccanicamente per un breve periodo.
7 Cogliere l’evento significa costruire nel proprio nucleo i presupposti per ulteriori possibilità di consapevolezza che strada facendo portano alla libertà.
8 Cogliere un evento moltiplica le successive possibilità di riuscita
9 Quando l’individuo, dopo diversi reset non volontari, diventa abbastanza consapevole riesce a costruirsi lui stesso con la sua volontà altri reset volontari.
10 Il risultato finale è quello di arrivare ad ottenere la totale liberazione dalla meccanicità ed essere libero di scegliere

Qui mi sorgono le prime domande di verifica:

A. L’uomo è responsabile degli eventi (i possibili reset) che gli accadono ?
B. Da cosa dipende la capacità o meno dell’uomo di saper cogliere i reset, specie il primo ?
C. Ipotizzando che possa esistere un uomo “de coccio” che nella sua vita non coglie i reset che gli si presentano, può definirsi privo di libero arbitrio ?
D. L’uomo che si evolve dopo i primi reset non volontari, non è ancora un uomo arrivato e quindi libero dai condizionamenti, la sua volontà a creare dei reset è ancora influenzata dalla legge di causa ed effetto ?

Riguardo al tuo esempio, non capisco la differenza con il mio uomo deterministico.
La partenza è la stessa, si nuota nell’acqua in balia delle correnti.
Entrambi cozzano contro lo scoglio involontariamente.
Per te è un reset, termine più sofisticato, per me è solo un incidente.
Alcuni uomini sono de coccio e nella vita ripetono sempre gli stessi errori (cioè non apprendono il reset) e continuano a sbattere la testa contro gli scogli.
Altri fanno tesoro degli incidenti e imparano; la volta dopo riescono ad aggrapparsi allo scoglio senza urtarvi violentemente e lo usano a loro vantaggio per tirare il fiato.
Più esperienze essi fanno e più imparano e diventano saggi.
Io chiamo questo “incidenti” condizionamenti tu li chiami reset, ma il senso non cambia.
Cambia l’interpretazione.
Per me il condizionamento incidentale è una causa che produce un effetto domino sull’individuo che a seguito di quell’esperienza acquisirà nuove informazioni che lo porteranno ad evolversi in conseguenza di esse.
Nel prosieguo del suo navigare acquisirà una maggior abilità nel districarsi tra scogli e correnti, ma sia chiaro, in funzione del suo essere in divenire soggetto a cause ed effetti.
Lo stesso innescarsi del primo incidente è causale.

Nella tua ipotesi di reset invece, questo sviluppo dell’uomo, viene interpretato come uno sviluppo autonomo dell’individuo.
Autonomo o indipendente in quanto non subordinato , anche se momentaneamente , ai suoi condizionamenti, nella scelta successiva al reset.
E’ come se in quel mentre dimenticasse sé stesso (la sua identificazione con i pensieri condizionati) e si mettesse ragionare attraverso una coscienza superiore al di là di questa vita, oltre spazio e tempo.
Ma in questo caso non sarebbe più la limitata coscienza dell’individuo, quella che pensa, perché essa non si identifica più con i suoi pensieri condizionati vissuti meccanicamente, ma sarebbe la COSCIENZA universale.
Quindi usciamo dal contesto di libertà dell’uomo come lo intendiamo, parliamo della libertà di DIO, sempre che abbia senso parlare di libertà in seno a Dio.
Noi però, finchè non ci congiungiamo con l’Essere Unico (la coscienza universale) abbandonando la nostra identità fasulla che si crede autonoma e indipendente non possiamo considerarci liberi di scegliere senza che il nostro destino (somma di cause ed effetti) non lo voglia.
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