Visualizza messaggio singolo
Vecchio 03-02-2009, 03.34.47   #14
jezebelius
Organizza eventi
 
L'avatar di jezebelius
 
Data registrazione: 27-02-2005
Messaggi: 1,865
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Forse il tread ha preso una direzione un po' sua, che va benissimo, ma mi pare che nessuno abbia risposto allla domanda iniziale.

Posto che tutti (sperem) vogliono il meglio per il figlio, o detta diversamente, il loro bene, ecco che non è detto che determinati lavori che io genitore posso considerare non proprio il massimo, magari sono proprio quello che ci vuole per lui.

Certo, nella società in cui viviamo, facciamo fatica a vedere lavori come lo spazzino o l'operaio in fabbrica, altrettanto e forse in certi casi più validi di altri lavori più ambiti... e forse a ben guardare non lo sono.
Ma, come diceva Sole, dipenden cosa si cerca in un lavoro... noi siamo abituati a pensare che è dal lavoro che dobbiamo tirar fuori la nostra realizzazione (e quindi stare bene, inseguire la felicità). Non dico che non deve essere così, ma non è sempre così.

Inoltre facciamo fatica a valutare con parametri diversi dai nostri... applichiamo ai nostri figli, e non solo, quelli che sono i nostri parametri di riferimento (e come potremmo fare diversamente?) quindi tendiamo ad applicare a loro ciò che va bene a noi, anche dopo aver giustamente imparto dai nostri errori.

Il fatto è che può capitare che per una determinata struttura psicofisica, un lavoro molto ripetitivo e non troppo difficile (per fare un esempio), potrebbe rappresentare proprio quello di cui uno ha bisogno...
Da cui la difficoltà di sapere cosa è meglio o peggio per quella struttura in quel momento... ovvero l'incapacità di sapere in cosa consiste in effetti il bene del figlio.

Un po' come si diceva per l'animma gemella, forse il lavoro che uno ha in una dato momento, proprio quel lavoro (anche la sua assenza) è proprio quello che gli serve in quel momento...
Io credo, invece, che ognuno abbia dato una risposta pur non riprendendo la domanda.

Certo quel che chiedeva Uno, ossia:
Citazione:
Posto che ovviamente nel proprio cuore tutti per i propri figli, e più in largo per le persone amate, vorrebbero il meglio... e se questo meglio non fosse il meglio meglio per loro?
Considerando che ognuno tende, benché in maniera inconsapevole, ad indirizzare la persona che ha di fronte - che sia il figlio o più in generale la persona amata - bisognerebbe farsi due conti.
In primis, per chi è " meglio" che Tizio, per ipotesi, faccia quel lavoro o prenda quella strada? Per lui o per me?
Poi, per il pezzo di Ray che ho sottolineato la risposta dovrebbe essere, oltre che rendersi conto che talvolta con la scusa del consiglio ci mettiamo pure del nostro in quanto a condizionamento, che non conosciamo il " meglio" per il figlio, la persona amata, etc.
Quel meglio che ho pensato per lui, potrebbe anche limitarlo nel ruolo che gli ho attribuito o penso di attribuirgli.
Per questo dovrei astenermi dall'avere, dal proporre qualsiasi influenza?
Per questo verso, credo che normalmente sia alquanto difficile non immischiarsi nelle dinamiche di scelta ed altrettanto difficile fare in modo di indirizzare Tizio verso le sue potenzialità.
Potenzialità che dovrebbe scoprire da solo non escludendo la possibilità che io lo aiuti certo, ma escludendone il controllo nelle sue scelte!
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
jezebelius non è connesso