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Vecchio 30-10-2010, 14.52.00   #12
diamantea
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Scusa se mi permetto, ma d'altronde hai postato tu. Non credi che sarebbe ora di finirla?
Certo Ray, è già anche passata l'ora. Almeno per me è già iniziato il processo.

Ma come dice Nike è difficile fare per il ruolo del padre. Quando esco fuori il maschile lo faccio male, esce l'orco.
Ho aperto il 3d l'Autostoppista proprio per vedere la storia dell'orco, ci sto lavorando parecchio ma deve portarmi ad usare meglio questa energia potente e distruttiva anche se momentanea, altrimenti rimane solo un chiacchericcio della mente.
Mi rendo conto che il problema maggiore per me è gestire l'aggressività. Lavorare sui singoli problemi è lavorare sul sintomo, guardare solo la punta dell'iceberg, ma sotto che ci sta? Ci sarà una radice, una causa...

Ora il messaggio che mio figlio recepisce ultimamente è: "tu ora sei più non ok, mi dai fastidio e non vedo l'ora che vai via".
Questo è orribile, e non corrisponde a verità.

Io sono il genitore ed io devo trovare una modalità migliore per farlo diventare adulto senza usargli violenza in alcun modo.
Il ragazzo sente molto la mancanza del padre e della figura maschile.
Da solo ha trovato un modello di riferimento che è l'istruttore del gruppo folcloristico di cui fa parte da 10 anni, ha poco meno della mia età, sposato ma senza figli, ed è una persona perbene ed affidabile.
Mio figlio mi ha detto che continua ad andare nel gruppo soprattutto per questa figura maschile vicaria a cui è molto legato da anni e ricambiato con lo stesso affetto.
Nel gruppo ci sono altri uomini più grandi che lui prende come riferimento in mancanza anche del nonno (mio padre) a cui era legatissimo.

Insomma, prendo coscienza soprattutto del fatto che la madre da sola non c'è la può fare, si ha bisogno del padre, dell'uomo. Il mio errore è stato aver accettato passivamente che il padre si ritirasse dal suo ruolo, dovevo denunciarlo al Giudice di Pace, costringerlo in qualche modo a prendersi cura dei suoi figli che tanto hanno sentito la sua mancanza pur abitando nello stesso paese.

Da donna orgogliosa quale sono, mi sono arrogata il compito di fare tutto da sola, compensando anche il fatto di averlo lasciato.
Lui mi disse una volta: "tu hai voluto la separazione e tu ne subirai le conseguenze". Non ha pensato ai suoi figli però, e questo è imperdonabile più di ogni altra cosa.
Dovevo denunciarlo invece di assecondarlo, come ha fatto anche la sua famiglia. Dirglielo io a parole è servito solo a farci litigare.

Ora non voglio piangere sul latte versato. Mio figlio sente la resistenza di suo padre il quale si giustifica con la stessa frase: "la colpa è di tua madre".

Io però ho smesso di sentirmi in colpa, di farmi ricattare moralmente ed emotivamente dalla colpa.
Fare la madre non deve essere una espiazione a vita per la colpa commessa, ma è un compito che ha un inizio e una fine.

Forse il mio eccessivo senso del dovere, o controllo, è derivato dal dover espiare la colpa, chissà.
Essere madre è per tutta la vita, ma assolvere il compito di madre credo abbia una limitazione.
Non so, è la prima volta che mi metto in discussione sotto questa ottica.

Citazione:
Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Anzi forse dopo la svolta , la presa di coscienza , avrebbe una marcia in piu' .
Mi piacerebbe approfondire questo meglio concetto Nike.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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