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Vecchio 27-03-2012, 16.55.18   #1
Edera
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Question Tibet, stato violento e feudale?

Ho letto un articolo su un blog che parla del Tibet.
L'articolo avrebbe lo scopo di rompere quell'immagine collettiva che si è fatto l'Occidente, cioè quella di un posto popolato da simpatici nanetti che passavano il giorno a pregare, a suonare il gong, e a cospargere il suolo di petali di rosa. [Così è scritto]

In realtà l'autore sostiene che nel 1959 quando il Tibet cadde nella mani dei Cinesi era uno stato feudale, dove la maggior parte della terra coltivata era controllata dai Signori o dai ricchi Dalai Lama, un paese in mano a una casta sacerdotale che non si faceva alcun problema di sorta nell'usare la forza per perpetrare il suo dominio. L'idea occidentale era che i monaci lavorassero spontaneamente per osservare la legge del karma, in realtà sembra che persino i Dalai Lama (tutti tranne l'ultimo che li ha aboliti) disponessero di un vero e proprio armamentario di tortura completo di strumenti per cavare nasi e orecchie per far rispettare la propria volontà.. I lavoratori erano senza diritti e le donne dovevano soddisfare qualsiasi desiderio dei proprietari terrieri..
L'invasione cinese quindi sarebbe stata sì, una dittatura feroce ma paradossalmente avrebbe portato anche qualche beneficio come l'assistenza sanitaria (se la famiglia non supera i tre figli) e il blocco di qualsiasi attività di mutilazione operata dai monaci sui contadini.
E' davvero così? Confesso che anch'io ho sempre avuto in testa l'immagine di un Tibet tollerante e pacifico... O per lo meno dotato di una spiritualità profonda, non avrei mai pensato a certe barbarie... Boh
Certo sarà un questione di cultura, quello che ai miei occhi può apparire crudele forse ai loro è giustificato.. E così via.
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