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Io credo che "tutti i desideri" , faccia capo a un bisogno più grande e fondamentale non pienamente appagato.Un desiderio di fondo. Essere visibili, o potenti, oppure essere primi. Ma anche... protetti, autorizzati , speciali, ect. In parole povere diciamo: amati , al sicuro, e capaci di espressione vitale. Per me tutti i desideri poggiano su queste tre cose fondamenteli per la vita. Se hai delle capacità sviluppate effettivamente, sono tante le cose che puoi fare. Il talento potrebbe essere il seguire la strada più diretta e più corta che da accesso ad uno dei tuoi bisogni inappagati. Ammirare arte o farla, ti mette a contatto con quella parte di te che sembra non avere fondo, e ti fa immaginare tutti i modi per riempirlo. Ma non estingue il desiderio stesso. E non vale solo per l'arte.La maggiorparte dei pittori, lavorano su un tema per anni, ne elaborano tutte le sfaccettature, lo elevano a varie dimensioni. Ma vi lavorano intorno, creando dei capolavori di forme e di colori. Si esprime desiderio, lo si mostra a tutti coloro che ammirandolo ne vengono a contatto senza nemmeno sapere da dove arriva. "L'arte provvede dove natura manca" ... Puoi cantare, dipingere, collezionare. E' lo stesso. Ecco perchè se segui un talento forte sei portato a penalizzare altre cose. Ma non sei tu che escludi le altre cose, sono le stesse cose che perdono importanza, spazio. E' pesante nei casi estremi, quando lasci amore, figli, vita sociale, cura di te stesso...Talvolta è anelito, perchè penso che il desiderio inappagato, nelle persone dotate di strumenti elevati, della cui elaborazione ne fanno un talento, creano "mutazioni" straordinarie dello spirito umano collettivo stesso dalle quali non si torna indietro.Certamente è uno scenario legittimo solo dei grandi geniali maestri. Ma è vero anche che, a loro, la creatività dei singoli ricercatori ha da sempre preparato il terreno. La magia dei Grandi è che dopo di essi, le singole persone ricominciano da un livello più alto fino a portare a nuova genialità.