Discussione: Lo sforzo cosciente
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Vecchio 21-04-2011, 21.31.20   #36
dafne
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Ecco, questo è uno dei punti chiave. La "voglia" è un qualcosa che frena il volere. Particolare che di dica nello stesso modo no?

Se facciamo qualcosa perchè abbiamo "voglia" di farlo che sforzo è? Beh, un po' sforzo può anche essere, per carità, tra l'altro posso anche aver voglia di fare sforzi... ma dura poco di solito. Inoltre c'è un'altra questione: avere voglia spesso implica l'automatismo, perchè quando ho voglia di fare qualcosa mi è più semplice farlo che non farlo. E quindi rischio di dormire pur facendolo (non è detto cmq, è un rischio).
Invece lo sforzo vero sta nel fare qualcosa contro "voglia". Penso che tutti ne abbiano fatto esperienza, capita di dover fare qualcosa che non si ha voglia di fare... in questo caso ci sono due scelte: la faccio e ci metto comunque l'anima ("mi faccio venire la voglia") o la faccio e dentro di me continuo ad oppormi (magari ripetendomi che non voglio farlo e continuando a cercare scuse per smettere o se non posso lamentandomi). In questo secondo caso disperdo una quantità enorme di energie... e quindi dormo.

Tornando alla cosa del volere... qui si combatte una delle battaglie che facciamo con noi stessi se vogliamo stare svegli. Cosa voglio fare? Voglio fare questa cosa? E allora com'è che non ne ho voglia?

Chi è che vuole fare e chi è che non ha voglia?
Riprendo da qui perchè questa cosa del voglia contro volere mi ha colpito parecchio. In effetti in modo automatico molto spesso mi dicevo che se una cosa fosse stata "giusta" avrei avuto voglia di farla bella trappola.

Altra bella trappolina è quel togliere il verbo dovere che mi dà tanta noia...leggendo tutti gli interventi credo di poter dire che arrivare a dire voglio fare questo o quello invece di di dover fare è un traguardo, non da poco,ma che non è facilmente raggiungibile. Anche se la giocosità citata da Uno mi ha risollevata parecchio perchè si avvicina a quello che cercavo di fare togliendomi il dovere di dosso, alleggerire i doveri cercando di convincermi che come una medicina amara sono necessari.

Per restare in tema di lavoro, "devo lavorare" mi generava ansia, ho dovuto (ahahah ma guarda come mi autobeccoincastagna, ebbrava Daf) pensare che volevo lavorare anche se non mi piaceva l'idea (elloso ) perchè il poter lavorare mi permette di fare tante altre cose....

In altra discussione abbiamo visto lo sforzo come una ricerca di energia dall'ambiente esterno invece che interno, e allo stesso tempo mi viene in mente l'ansia che considero una produzione del corpo di un surplus energetico per sopperire a un problema in corso...ho la sensazione che le cose siano legate in qualche modo.

Fare sforzi coscienti ci permette di aumentare la tensione interna e di conseguenza la pressione e la portata dei canali energetici.

L'ansia nasce da una mancanza di energia necessaria ad affrontare un ostacolo, da come l'ho capita di fronte al pericolo il corpo (penso) s-forza andando a recuperare energia altrove, quindi energia grezza, energia che scalda molto di più di quella a cui siamo abituati e che, in genere, per paura (e non abitudine) cerchiamo di bloccare...infatti la risultante all'insorgere dell'ansia è il blocco del sistema....

Possiamo dire quindi che metterci in situazioni di costanti sforzi coscienti (cioè cercati) ci serve per aumentare la tensione e quindi ad utilizzare l'ansia invece di caderne si piedi?
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