Discussione: La conoscenza del male
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Vecchio 27-10-2007, 16.27.53   #2
Kael
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Beh... nemmeno io condivido la frase in sè, però nel leggerlo mi dà un senso di: "state attenti perchè a giocare col fuoco si rischia di scottarsi"... Un esortazione insomma, volendo parlare alla gente comune, che avvertisse sulla reale pericolosità del male... Un po' come Castaneda, che suggerisce che un cammino spirituale non è un gioco, e chi lo affronta dovrebbe stare in guardia e concentrato come se stesse per andare in guerra... (che poi a due livelli diversi sembrano quasi essere la stessa cosa)

Questo ci vedo, un Eschilo che, per parlare alla gente comune, si indentifica in essa e avverte di stare in guardia dal male e dalla sua reale potenza. Ognuno può affrontare/sopportare solo ciò che è alla sua portata, tutto ciò che lo supera, se affrontato, rischia di schiacciarlo.
Questa non vuole essere un'esortazione a non fare niente, a scappare sempre da tutto, ma semmai a prepararsi con cura e minuzia prima di affrontare prove che per il momento sono troppo grandi per noi...

Poi c'è anche un'altra chiave di lettura, non meno importante della prima: il senso della frase mi suona anche "preferisco rinunciare del tutto alla conoscenza, che averne solo quella del Male"
In questo senso il "Male" non sarebbe più aggettivo qualificativo, ma diventa vero e proprio sostantivo. La conoscenza che il male ha. E il male, inteso come entità astratta e impersonale, ha sicuramente una conoscenza sommaria, mancante (da pecca... peccato) per la quale Eschilo dice che, piuttosto che avere una conoscenza simile, cioè frammentaria, preferisce non averla affatto...
Della serie... o si intraprende una strada per bene, o non la si intraprende affatto... ma farla così, superficialmente, a metà, non può che portare danni e sofferenze...
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