Discussione: La conoscenza del male
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Vecchio 29-10-2007, 02.17.13   #21
Diacono
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
...non è stato toccato l'argomento di una possibile conoscenza non supportata da coscienza (vedi vaticini o altro) che può essere vissuta come tragica. Spostando in ambiti meno letteriari, qualcuno forse ricorda il film Krull, dove i ciclopi vivono con la maledizione di conoscere la data della loro morte (c'è qualcosa di simile anche in mitologia comunque)...

Potrebbe essere uno spunto.
Non ho presente "Krull", anche se guardando la scheda su Google ho riconosciuto quella strana arma a 5 punte, e quella mi dice che il film l'ho visto...
Ma effettivamente la mitologia classica è zeppa del concetto, e della paura, della conoscenza intesa come prescienza, almeno fino all'affermazione della cultura Cristiana e delle mitologie Germanico-Nordiche, nelle quali il Fato e la predestinazione vengono, almeno parzialmente, negati.
Già nella Teogonia, tanto per citare la "Bibbia Ellenica", e per restare ai "leaders" divini, Urano sa, senza poterlo evitare, che sarà detronizzato da Crono, e Crono da Zeus, e Zeus da un figlio, non identificato, che avrebbe potuto essere Apollo, e poi Eracle, Dioniso... Avrebbe potuto perfino essere Achille, ed è per questo che Eros fa invaghire Teti di Peleo, anzichè di Zeus! Ed Achille sa, fin da quando parte per Ilio, che morirà sotto quelle mura.
E poi, Laio sa che sarà ucciso da un figlio, ed Edipo sa che ucciderà il padre e si congiungerà con la madre, ma quella conoscenza non basta a scongiurare gli eventi; e quando Edipo si rende conto di quel che è avvenuto, si strappa gli occhi, con la violenta volontà di negare la realtà e la conoscenza.
Si potrebbe continuare chissà quanto a citare fatti del genere nella mitologia, che è poi la religione, la cultura di fondo, del mondo classico.
E fermo restando che la citazione di Eschilo può essere discussa nella nostra prospettiva, che è quella dei posts precedenti, è possibile che vada però letta, propriamente, nell'ottica che identifica la conoscenza anche con la prescienza.
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