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Come penso molti di voi sappiate, lo Zolfo, il Sale e il Mercurio alchemici non hanno niente a che vedere con gli elementi chimici omonimi. Perchè allora dargli proprio questi nomi, anche se evidentemente si tratta solo di metafore? Un senso ci dev'essere, così sono andato a farmi una piccola ricerca sulle sostanze "volgari" e ho scoperto cose interessanti, che ho deciso di mettere in questo articolo, che può offrire spunti di riflessione a qualcuno.
Intanto, dirò che gli autori antichi parlavano solo di Zolfo e Mercurio (Solve et Coagula), basando l'intera Alchimia su questi due Principii opposti/complementari, successivamente è stato aggiunto il Sale come terzo aspetto della stessa materia.
Dunque, lo Zolfo è un "non metallo" (che insieme ai metalli ed ai semimetalli formano le tre grandi categorie in cui si suddividono gli elementi chimici), vale a dire che ha una spiccata proprietà elettronegativa. Che significa questo? Che guadagna elettroni di valenza da altri atomi più facilmente di quanti ne ceda. In sostanza ha una proprietà attrattiva, e questo ben si sposa col concetto alchemico per cui lo Zolfo è il Principio fisso, responsabile di ogni coagulazione/fissazione. Attira, assorbe, elettroni dagli altri atomi...
L'elemento chimico dello Zolfo si presenta quindi un non metallo inodore, insapore (il caratteristico odore di uova marce deriva dal legame con l'idrogeno) generalmente nella sua forma cristallina di colore giallo. E' un elemento essenziale per la vita di ogni essere vivente, dove si trova in molti amminoacidi e di conseguenza in quasi tutte le proteine. E' insolubile in acqua...
In Sanscrito lo Zolfo era chiamato "sulvere" (da cui poi il latino "sulfur") e la cosa è interessante se si pensa a quanto questo termine sia vicino a quello di "solvere", caratteristica di suo "fratello" Mercurio e ben contraria al suo coagulare/fissare... Lascio a chi vuole la possibilità di meditare sulla cosa.
Ma veniamo adesso proprio al Mercurio. Si tratta di un metallo di transizione pesante, di color argenteo. E', insieme al bromo, l'unico metallo ad essere liquido a temperatura ambiente (esistono altri elementi che possono liquefarsi a temperature ambientali particolari, ma sono solidi se consideriamo la temperatura ambiente standard, convenuta a 25°)
Avendo due soli elettroni sull'ultimo orbitale, questi hanno la proprietà di delocalizzarsi e viaggiare liberamente attraverso la matrice metallica, formando una nube di elettroni. Questa è proprio la qualità volatile del Mercurio alchemico, come anche rappresentato dal dio Ermes che aveva sia le calzature che l'elmetto alato, chiamato anche il "fuggitivo" o il "viaggiatore"...
In laboratorio, quasi tutti gli strumenti che finiscono per "metro" (barometro, termometro, etc..) sfruttano appunto la caratteristica liquida di questo metallo che scorre da un estremo all'altro di scale prestabilite.
A differenza dello zolfo, è un elemento raro nella crosta terrestre (come raro appunto secondo gli autori è riuscire ad acchiapparlo..)
Solve et coagula dunque, lo Zolfo elettronegativo attira/condensa, mentre il Mercurio fugge/transita. Ma veniamo adesso al Sale che è particolarmente interessante..
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